Si sono trovati d'accordo su molti aspetti e, soprattutto, sul fatto che il cinema "è un'esperienza eccessiva, un'opera di fantasia capace di rendere reale quello che non lo è" i due maestri del cinema italiano Bernardo Bertolucci e Luca Guadagnino, protagonisti di un incontro tra i più seguiti oggi al Salone del Libro di Torino. Il pubblico che gremiva la Sala Gialla (molti sono rimasti fuori) li ha ascoltati, rapito in un silenzio rispettoso, ripercorrere la storia del rapporto tra il cinema e lo spirito 'rivoluzionario' del '68. "C'era una passione nel fare cinema allora che non si è poi più ripetuta", ha detto Bertolucci che si è definito "nostalgico" di quel periodo. "C'era in quel momento uno spirito di unione e condivisione unico, tutti gli studenti del mondo, per esempio, erano contro la guerra del Vietnam - ha ricordato -. Non capisco perché oggi la parola nostalgia sia reietta, Ulisse non avrebbe intrapreso il suo viaggio senza nostalgia e Proust non avrebbe scritto la Recherche". Il cinema, secondo Bertolucci, "ha nostalgia del presente, cioè mira a creare della nuova realtà presente anche quando è storico e di costume". "Credo la stessa cosa - ha commentato Guadagnino - mi posso dire un feticista di te e del tuo cinema infatti". Il regista di capolavori come 'Ultimo tango a Parigi', 'Il tè nel deserto', 'Il conformista', 'L'ultimo imperatore', ha poi ricordato i registi e amici che più ha sentito vicini come poetica. Da Fellini - "dopo aver visto 'La dolce vita' ho capito che volevo, dovevo fare cinema" -, a Luc Besson, David Lynch, Nagisa Oshima. "Con Oshima, per esempio, ho condiviso la passione per Bataille e quella sua idea degli amanti che per non fare uscire l'odore del loro amore non aprono la finestra - ha spiegato -. Lui quella scena l'ha messa nell''Impero dei sensi', io in 'Ultimo Tango', ma era lo stesso, entrambi l'avevamo fatta nostra ed era stato bellissimo saperlo. Il cinema fa questo, crea della realtà vera al di là del reale". Bertolucci ha chiuso invitando il pubblico a meditare e ad andare al cinema a vedere un buon film, due attività profonde, estreme, con aspetti in comune, due atti di libertà, e ha annunciato che vorrebbe girare un film in digitale. Due suoi film vengono proiettati stasera al Museo del Cinema di Torino.
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