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TORINO. Boheme nelle periferie, Ollè apre stagione al Regio di Torino

TORINO. Boheme nelle periferie, Ollè apre stagione al Regio di Torino

teatro regio

"Puccini quando scrisse la Boheme l'ambientò nella Parigi a lui contemporanea, in un appartamento povero abitato da giovani squattrinati e pieni di voglia di vivere e di sogni. Ecco perché ho ambientato questa Boheme dei giorni nostri nelle periferie delle nostre città, perché al pubblico arrivi quella stessa forza, perché possa identificarsi con quei ragazzi come si identificava il pubblico di allora". Spiega così il suo inedito e attesissimo allestimento della Boheme, che mercoledì apre la stagione del Teatro Regio di Torino, il catalano Alex Ollè. Il celebre regista della Fura dels Baus oggi ha presentato lo spettacolo al Regio, insieme al direttore Gianandrea Noseda. "Per Torino la Boheme è un'opera simbolo - ha spiegato il soprintendete Walter Vergano - perché qui avvenne il suo debutto nel 1896, esattamente 120 anni anni fa. Da allora il Regio l'ha rappresentata nel mondo ben 220 volte con alcuni allestimenti che hanno fatto la storia di quest'opera, come quello del 1983 di Eugenio Guglielminetti e di Giuseppe Patroni Griffi del 1996". "La Boheme è un'opera difficilissima, me ne accorgo tutte le volte che torno sul podio a dirigerla - ha aggiunto Noseda - pochi altri titoli del melodramma italiano hanno questa complessità, è una partitura in filigrana, un autentico capolavoro. Che racconta anche una storia universale, che parla di ragazzi, di giovani che si affacciano alla vita con tutti i loro sogni, di tradimenti, di amore e di morte. Di una morte improvvisa, maledetta, allora causata da una malattia dell'epoca, la tubercolosi, mentre ai giorni nostri si muore di più di cancro. La tosse di Mimì, infatti, sarà il preludio di questa causa di morte molto più vicina a noi". Felicissimo di essere stato scelto per la regia di questa opera così amata si è detto anche il regista Alex Ollè, che di modernità e di attitudine allo scandalo se ne intende, considerato che la Fura Dels Baus è da sempre sinonimo di innovazione e spericolatezza teatrale. "Sono emozionato - ha detto - Puccini è un po' come i Beatles, i loro brani sono tutte delle hits". Sostengono la prima della stagione del Regio torinese, Intesa Sanpaolo, socio fondatore del Teatro, Alcantara e l'associazione Amici del Regio, che quest'anno per la prima volta, come ha spiegato il presidente Paolo Cantarella, è entrata nella produzione con un contributo economico. "Crediamo che questa sia una grande occasione per il Regio - ha commentato - e che questo nuovo allestimento entri a far parte del patrimonio storico del teatro cosi' come lo furono già precedenti e importanti allestimenti finiti sui palcoscenici di mezzo mondo".
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