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TORINO. In Piemonte la mafia è “silente” ma c’è! Le “famiglie” a Chivasso, Volpiano, San Giusto e Cuorgnè

TORINO. In Piemonte la mafia è “silente”  ma c’è! Le “famiglie” a Chivasso, Volpiano, San Giusto e Cuorgnè

Direzione Investigativa Antimafia

La Mafia, la ‘ndrangheta e la camorra, in Piemonte ci sono e sono più vive che mai. Lo dice la Dia (Direzione investigativa Antimafia) nel rapporto sui primi sei mesi del 2015, presentato al Ministro Alfano il 22 dicembre scorso.

“Come più volte accennato - scrive la Dia - le articolazioni della 'ndrangheta, comprese quelle che agiscono in Piemonte, hanno replicato le strutture criminali esistenti in Calabria e, pur essendo dotate di autonomia operativa, mantengono stretti rapporti con la casa madre.

Le aree più interessate dal fenomeno sono la Val di Susa, la Val d'Ossola, il Cusio, Torino e Provincia, anche se risultano presenze di soggetti verosimilmente collegati alla 'ndrangheta anche nelle altre province piemontesi.

I risultati conseguiti dall'Autorità Giudiziaria, dalla D.I.A. e dalle Forze di polizia contro le 'ndrine, se da un lato hanno indebolito la struttura dell'organizzazione mafiosa, dall'altro sono testimonianza del perdurante tentativo delle cosche di infiltrarsi nel mondo degli affari e nella filiera degli appalti pubblici, servendosi anche di soggetti compiacenti.

“Anche recenti pronunce giudiziarie119, emesse a conclusione di rilevanti procedimenti avviati in Piemonte - scrive la Dia - hanno rimarcato la radicata presenza della 'ndrangheta nel territorio regionale.”.

Emblematico, in proposito, un passaggio della sentenza della Corte di Cassazione del 23 febbraio 2015, riferita al processo celebrato con rito abbreviato, conseguente all'indagine "Minotauro" , che ha offerto una importante definizione del concetto di "mafia silente" intesa "... non già come associazione criminale aliena dal cosidetto metodo mafioso o solo potenzialmente disposta a farvi ricorso,  bensì come sodalizio che tale metodo adopera in modo silente, cioè senza ricorrere a forme eclatanti (come omicidi e/o attentati di tipo stragistico), ma avvalendosi di quella forma di intimidazione - per certi aspetti ancora più temibile - che deriva dal non detto, dall’accennato, dal sussurrato, dall'evocazione di una potenza criminale cui si ritenga vano resistere".

La "Minotauro" aveva anche portato alla luce anche l'esistenza, in Salassa dell'aggregazione criminale detta "La Bastarda", non riconosciuta dai vertici della 'ndrangheta che si trovano in Calabria.

La stessa inchiesta, inoltre aveva colpito una struttura denominata "ll Crimine", ritenuta il coacervo armato del sodalizio composto dai MAZZAFERRO e dai BELFIORE di Gioiosa Ionica (RC), CREA - SIMONETTi di Stilo (RC) e RUGA di Monasterace (RC). 

Nel prossimo aggiornamente della Dia sicuramente verrà inserita l’ultima operazione condotta dal Procuratore Ilda Bocassini di Milano, con l’arresto a Torrazza Piemonte di Rocco Schirripa, della locale di Moncalieri.

Il Crimine

MAZZAFERRO di Gioiosa Jonica (RC)

BELFIORE di Gioiosa Jonica (RC)

CREA di Stilo (RC)

SIMONETTI di Stilo (RC)

RUGA di Monasterace (RC)

Livorno Ferraris

CAVALLARO

MAIOLO

Volpiano

TRIMBOLI

MARANDO

AGRESTA

BARBARO di Piati (RC)

Cuorgnè

CALLÀ di Mammola (RC)

BRUZZESE di Grottena (RC)

URSINO-SCALI di Gioiosa Ionica (RC)

CASILE - RODA' di Condofuri (RC)

Chivasso

SERRAINO di Cardeto (RC)

BELLOCCO e PESCE di Rosarno (RC)

GIOFFRE' - SANTAITI di Seminara (RC)

TASSONE di Cassari di Nardopace (VV)

TRUNFIO di Reggio Calabria

San Giuslto Canavese 

URSINO- SCALI di Gioiosa Ionica (RC)

RASO - ALBANESE di San Giorgio Morgeto (RC)

SPAGNOLO - VARACALLI di Cimmà (RC)

CIRELLA di Piati (RC)

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