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24 Agosto 2015 - 13:00
E' il movente a mancare nella storia della scomparsa di Mohamed Sow, il senegalese che lavorava come operaio in una ditta di Paruzzaro (Novara), del quale non si hanno più notizie dal 16 maggio 2001 e che con ogni probabilità è deceduto. Lo certifica la Cassazione nella sentenza con cui ha assolto in via definitiva dall'accusa di omicidio i due titolari, Domenico Rettura e Rocco Fedele, calabresi di Taurianova.
Gli imputati erano già stati assolti nel 2013 dalla Corte d'assise d'appello di Torino. I giudici della Cassazione hanno confortato l'ipotesi - formulata dai loro colleghi piemontesi - secondo cui "la sparizione dell'operaio non può che essere messa in relazione al suo decesso, da ritenersi avvenuto nel pomeriggio del 16 maggio all'interno dei locali" della ditta. E hanno ribadito che "il mancato accertamento del movente" deve orientare "in maniera indiscutibile" il processo verso l'assoluzione. Secondo i giudici Rettura quel giorno non ebbe "atteggiamenti aggressivi" nei confronti del dipendente, il quale invece aveva un "comportamento irriguardoso".
L'imprenditore, che voleva cessare il rapporto di lavoro, aveva consegnato a Sow la busta paga in anticipo.
Non essendo possibile ricostruire la dinamica dell'omicidio (non è bastata l'unica macchia di sangue scoperta sul posto) non si può escludere nemmeno l'eventualità di una "morte accidentale". Quanto all'occultamento del cadavere, il reato è ormai prescritto.
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