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IVREA. Trenta volte La Diana. Tornano “Doc”, “Demignoc” e “Gnoc”

Qualunque umore circoli tra le varie componenti cittadine coinvolte nello storico Carnevale eporediese, anche quest’anno, per la seconda volta, la massima manifestazione non ci sarà. Abituati per 29 anni a illustrare, con la nostra rivista annuale, le glorie del Carnevale dell’anno precedente, dopo aver saltato l’anno 2021 perché il Carnevale del 2020 era caduto vittima dell’infausta pandemia, abbiamo coraggiosamente deciso, per evitare che l’iniziativa soffra di una troppo lunga assenza, di realizzare una splendida versione de La Diana 30 periodico di etnografia canavesana e dello Storico Carnevale di Ivrea che vedrà la luce il giovedì grasso, 24 febbraio 2022, apprestandosi, con tutto il suo fascino colorato, a difendere l’aspetto storico del nostro favoloso evento, con appassionate ricerche dei suoi mitici passati, molto spesso misconosciuti.
La Diana
Poiché cercare di migliorare non è peccato, siamo partiti con la ferma intenzione di fare qualcosa che possa entrare nella storia cittadina. Prima di tutto, è stato aumentato il formato del periodico, facendolo diventare cm 24x33 senza aumentarne il prezzo; poi è pubblicata tutta a colori, riempiendola di fotografie, degne di essere apprezzate anche dai posteri futuri. In apertura, viene presentato il nuovo direttore responsabile della rivista, Mauro Saroglia, al quale diamo il più cordiale benvenuto. In un lungo articolo Liborio La Mattina ci ricorda dove eravamo rimasti e cosa è successo in questi due anni sulla vicenda Bombonato e sulle nomine del nuovo Direttivo della Fondazione. Viene pubblicata la lettera aperta che Francesco Gioana ha scritto agli “addetti” per capire se sanno cosa sia veramente lo Storico Carnevale. Ha cercato anche le ragioni dell’accettazione, prima, e del rifiuto, poi, da parte di un nuovo Presidente della Fondazione: ma non sono state date risposte. Importante è lo studio di Francesco Gioana sul primo Libro dei Verbali, da cui sono state tratte informazioni finora sconosciute. Sono riportate anche le riflessioni di un noto oste, procidano di nascita ma da tempo eporediese di cuore, Ciro Lubrano, che si chiede desolato “Se non ora, quando?”, ma le risposte continuano come sempre a scemare. Vengono riproposte, poi, le più belle immagini dell’edizione del 2020, interrotta drammaticamente la domenica sera e, partendo dai primi dodici numeri della rivista, sono presentati in una superba carrellata, i personaggi principali dei Carnevali dell’ultimo trentennio, che si ritroveranno a memorizzare la loro gloria attraverso le fotografie più significative delle edizioni trascorse. Una notizia positiva è stata anche la creazione di un’Associazione di cui fanno parte tutte le Componenti, che funge da raccordo con le istituzioni, vocata a normalizzare l’attività dei tanti gruppi che creano e vivono il Carnevale totalmente a loro spese. In contrapposizione, si parla di due disastri: quello di Polenta&Merluzzo, che ha visto annullato all’ultimo momento il loro oneroso Mercoledì delle Ceneri, e quello operato sui Verbali del 2020. Presenti come in ogni anno i Signori dei Cavalli, sempre benemeriti per la sistematica preparazione dei favolosi quadrupedi, che sono uno degli aspetti più spettacolari della sfilata e dei tre giorni dedicati alla fantasmagorica battaglia delle arance. Lo storico Franco Quaccia ha dato alcuni interessanti suggerimenti di lettura nell’attesa di rivivere il Carnevale e vengono ricordati con affetto i tanti che ci hanno lasciati, ma che resteranno nel cuore e nella storia della massima manifestazione eporediese. E come sempre intervengono più di mille personaggi dotati o meno di berretto frigio che danno luogo alla creazione dei Doc, Demignoc e Gnoc, ricercati con ansia da tutti quelli che sono stati fotografati.

Cesare Verlucca

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