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26 Ottobre 2021 - 18:41
La commemorazione in ricordo di Luigi Olivari
SAN MAURIZIO CANAVESE. Mercoledì 13 ottobre al cimitero comunale si è svolta la commemorazione di Luigi Olivari nell’anniversario della morte avvenuta il 13 ottobre 1917. A rendere omaggio alla memoria del primo asso dell’aviazione italiana il sindaco Paolo Biavati e il consigliere comunale Franco Picat Re con i membri dell’Associazione Arma Aeronautica, nucleo Ciriè e Valli di Lanzo. Forse tutti i sanmauriziesi sanno che in paese c’è una via dedicata a Olivari, quella che dalla chiesa porta a piazza Marconi, ma probabilmente non tutti ne conoscono la storia.
Luigi Olivari nacque a La Spezia il 29 dicembre 1891, ma quando il padre morì prematuramente, la famiglia si stabilì a San Maurizio, paese di origine della mamma Maria che vi intraprese un’attività di sarta e modista. Fin da ragazzino era particolarmente vivace ed esuberante, amava l’ebbrezza della velocità, il brivido dell’adrenalina e adorava la motocicletta, con la quale disputò anche alcune gare oltre ad attraversare spesso San Maurizio in equilibrio con i piedi sulla sella.
Ma soprattutto amava il volo, fin da adolescente faceva volare il suo aquilone in piazza Marconi. Nel 1914 ottenne il brevetto di volo civile alla scuola di Mirafiori. All’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale, dopo essere stato scartato alla visita di leva, entrò come volontario nel Battaglione Aviatori e nel 1915 ottenne il brevetto di volo militare. Dopo una fase di addestramento a Parigi, fu assegnato alla Prima Squadriglia Caccia, insieme, fra gli altri, al tenente Francesco Baracca, altro mito dell’aviazione militare italiana.
Il 2 aprile 1916 Olivari abbatté il suo primo aereo nemico, ma cadde oltre la linea dell’Isonzo. La sua vittoria pertanto non fu omologata ufficialmente ma resta la prima vittoria nella storia dell’aviazione militare italiana. Da quel momento Olivari si rese protagonista di una carriera fulminea, con 34 combattimenti aerei e almeno 17 abbattimenti. Il 16 settembre 1916 ottenne il titolo di Primo Asso dell’aviazione italiana. Ancora nel 1936, quasi vent’anni dopo la sua morte, la cronaca di un suo leggendario combattimento comparve su una rivista americana come una delle più grandi azioni di guerra nei cieli.
Partecipò attivamente anche alla realizzazione del prototipo dell’Ansaldo Balilla, il primo caccia di progettazione e costruzione italiane.
L’11 febbraio 1917 fu protagonista di uno spettacolare combattimento nel cielo di Udine, ricevendo personalmente, appena tornato a terra, i complimenti di Vittorio Emanuele III e del generale Cadorna .
Ma le favole non sempre finiscono bene. Nell’autunno 1917 Olivari, da molti mesi lontano da casa, ricevette la notizia di una licenza premio. Il 13 ottobre di quell’anno, con le valigie pronte per tornare dai suoi cari a San Maurizio, ricevette l’ordine perentorio di scortare un velivolo in missione fotografica nei pressi di Lubiana.
A malincuore, obbedì all’ordine, salì sul suo caccia Spad sul campo di Santa Caterina di Udine e attaccò una decisa cabrata: il velivolo andò in stallo, scivolò d’ala e precipitò. La sua morte destò profonda commozione nell’opinione pubblica di tutta la nazione. A Udine furono celebrati i funerali solenni e la salma fu tumulata nel cimitero cittadino, ma sei anni più tardi, nel 1923, fu trasferita nel cimitero di San Maurizio dove riposa tuttora nella tomba di famiglia.
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