E' unanime sdegno in Italia per la decisione di una compagnia assicurativa spagnola di decurtare gli indennizzi per le famiglie delle studentesse Erasmus morte nel marzo scorso in un tragico incidente di autobus a Tarragona, in Catalogna. Scandalizzati i familiari delle vittime, che promettono battaglia, non per i soldi, che saranno devoluti in beneficienza, ma per lo scarso valore attribuito alla vita umana. A loro, in serata ha rivolto un pensiero il presidente del Consiglio Matteo Renzi, esprimendo "amarezza" e "rabbia". "Una assurdità insopportabile - commenta il premier - per chi ha tanto sofferto e ha perso una persona cara". Secondo lʼassicurazione le giovani vittime sono 'colpevoli' di non avere indossato le cinture di sicurezza, quindi il rimborso deve essere decurtato, per la precisione del 25 per cento rispetto alla somma prevista, già inferiore agli standard assicurativi italiani ed europei. Su quell'autobus in viaggio da Valencia a Barcellona il 20 marzo 2016 trovarono la morte 13 ragazze, sette delle quali italiane: la genovese Francesca Bonello, la torinese Serena Saracino, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Elisa Valent, Lucrezia Borghi ed Elisa Scarascia Mugnozza. Con loro, due ragazze tedesche, una rumena, una dell'Uzbekistan, una francese e una austriaca. Tutte tra i 19 ei 25 anni. L'autista aveva subito ammesso le proprie colpe confessando di essersi addormentato. Pochi giorni fa, le lettere con la proposta di risarcimento. "Una proposta che abbiamo rifiutato sdegnati", afferma Alessandro Saracino, il papà di Serena: 52 mila euro - come informa il quotidiano 'La Stampa' - con un deciso ritocco verso il basso perché le giovani (è la tesi dell'assicurazione) non stavano indossando la cintura di sicurezza. "Hanno impostato la vicenda - spiega Saracino - come se le ragazze si fossero macchiate di chissà quale colpa. A quanto ne so, invece, le cinture le avevano, ma erano cinture addominali, non a tre punti, e quindi assolutamente inadeguate. Ma in quel Paese i risarcimenti sono irrisori: li hanno innalzati a gennaio nel 2016, ma rispetto ai nostri parametri sono ai confini del ridicolo". Della stessa opinione il padre di Francesca Bonello, Paolo. ""La vita di nostra figlia non ha prezzo perchè nessuno ce la potrà restituire. Ma è assurdo decurtare un risarcimento del 25% perchè si presume che su quel bus lei non indossasse la cintura di sicurezza". I familiari delle studentesse hanno più volte ribadito che "non si tratta di una questione di soldi" e che devolveranno i risarcimenti in beneficienza. "Quello che bisognerebbe sottolineare - commenta ancora Saracino - è che quella strada non era in buone condizioni. E che le indagini stanno procedendo con lentezza. Eppure, se siamo tutti in Europa, la sicurezza dei nostri ragazzi dovrebbe essere tutelata allo stesso modo in qualsiasi Paese, in Spagna come in Italia. Mi verrebbe da concludere che l'Erasmus, così com'è oggi, sarebbe da sospendere: è troppo pericoloso".
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.