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15 Ottobre 2014 - 09:40
I funerali di Raimondo Rolla
mai, lo sapeva bene. La sua Settimo, ormai, aveva imparato a conoscere e ad amare quell’uomo semplice e genuino, così bravo a cavarsela in mezzo alla gente, così incline alla socializzazione. Raimondo Rolla se n’è andato lo scorso lunedì, d’improvviso. Aveva 69 anni. Tutti, dal primo all’ultimo, trascorsi nella sua settimo. Nato da una famiglia di lavandai, nella zona di via Vagliè, Raimondo ha fatto diversi lavori nella sua vita. Il lavandaio, l’operaio Fiat, il volontario in Croce Rossa. Uno su tutti, però, gli ha dato quell’identità che tutti, a Settimo, conoscono: l’agente di polizia municipale. E’ stato in servizio per circa 30 anni, dall’inizio degli anni ’70 fino al 2001, quando ha lasciato il posto di lavoro per una meritata pensione. Nel corpo dei vigili lui era motociclista, ruolo non casuale vista la sua grandissima passione per le moto e per i motori in generale. Ma la particolarità di Raimondo Rolla, nel suo ruolo di agente, era un’altra. Una particolarità che emerge da alcuni aneddoti. “In questi giorni di lutto ci hanno scritto o fermato per strada in molti, che nemmeno conosciamo - raccontano la figlia Barbara, il genero Mirco e la moglie Angela - per dirci: ‘Mi ricordo di Raimondo, è stato lui a farmi la prima multa, ma soprattutto a insegnarmi come ci si deve comportare in strada’. Mio padre era così, aveva modi gentili con tutti. Diceva che bisogna essere severi con chi sbagliava in malafede, ma che le distrazioni possono capitare a tutti”. O ancora: “Per un certo periodo ha fatto lavoro d’ufficio: riceveva i cittadini che dovevano pagare le multe. Diceva spesso che la cosa più difficile era prendere i soldi alla gente e al contempo riuscire a farli ridere. Lui ci riusciva”. Ecco che tipo di persona era Raimondo Rolla. La sua passione, come detto, erano i motori. Il rally più di ogni altra cosa. E’ stato direttore sportivo di numerose scuderie di auto da corsa, dal New Rally Team al Settimo Corse. Ha girato l’Italia insieme a piloti, meccanici, navigatori per preparare e seguire le gare. Poi, ormai in là con gli anni, si è specializzato in auto e moto d’epoca. Faceva parte del “Motor Club Antiche Passioni” di Settimo, con cui tutti gli anni organizzava manifestazioni. Una passione, quella dei motori, mai tramontata: solo pochi mesi fa aveva assistito alla Cesana-Sestriere 2014, gara per auto d’epoca. Anche una volta in pensione, Raimondo non si è mai fermato. Per anni ha aiutato la figlia e il marito nella trattoria Ciabot Pulaia, poi nella tabaccheria in via Petrarca. Da volontario della Croce Rossa settimese (di cui fu uno dei fondatori) ha prestato i suoi servizi alla comunità per dieci anni, andando più volte oltre i confini del Piemonte per intervenire in luoghi colpiti da calamità gravi, come ad esempio l’Irpinia. “Era una persona semplice, tutt’altro che amante del lusso - raccontano i parenti -. Amava andare controcorrente, non si faceva troppi problemi”. Come racconta il genero, Mirco, “una volta mi aveva portato in pasticceria da Montini, dove si riuniva la ‘crème de la crème’ settimese. Io e lui avevamo appena smesso di lavorare in giardino, eravamo sporchi dalla testa ai piedi, con gli stivali. Quando gli ho fatto notare che non potevamo presentarci in quelle condizioni, lui mi ha risposto che i nostri soldi, nel portafogli, valevano quanto quelli della ‘Settimo bene’. Così siamo andati a prenderci un aperitivo”. Raimondo era grande amico dello storico sindaco Giovanni Ossola e molto benvoluto da colleghi e cittadini in generale. Non a caso giovedì pomeriggio piazza San Pietro in Vincoli riusciva a malapena a contenere la folla radunatasi per dare l’ultimo saluto all’ex vigile settimese. Un personaggio che difficilmente verrà dimenticato. Edicola digitale
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