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Rivarolo, Papotti alle Regionali, Navone Sindaco?

Rivarolo, Papotti alle Regionali, Navone Sindaco?

Franco Papotti

Si mormora a Rivarolo che Franco Papotti si starebbe “portando avanti con i lavori“ e che avrebbe già in progetto una prossima candidatura alle elezioni regionali in calendario per il prossimo anno. A tal punto che la lista, a cui sta lavorando da mesi in vista delle comunali di maggio, ci sarebbe, in ogni caso, pur di “rompere le scatole“ all’ormai ex braccio destro Bertot, ma avrebbe ormai individuato come candidato Sindaco Renato Navone, già vice nella precedente amministrazione.

Una possibilità forse anche remota, considerato il trambusto nell’uscente Amministrazione Cota dopo l’accoglimento del ricorso presentato dall’ex Presidente Bresso, ma che non sorprenderebbe affatto, considerata la scorpacciata di ruoli già collezionati dall‘avvocato Papotti, ex An ed oggi in “Fratelli d’Italia“, già Presidente del Consiglio Comunale di Rivarolo ed attuale consigliere provinciale, ma che lui liquida come “fantapolitica“.

Non ho accordi con nessuno – smentisce il diretto interessato – e non sento Bertot da mesi. Quello che posso dire è che insieme a Renato Navone e a Piergiulio Francisco abbiamo creato questo gruppo e presenteremo una lista di discontinuità rispetto all‘ultima amministrazione. Mi sembra fuori luogo parlare di elezioni regionali: al momento la mia unica preoccupazione è formare una bella quadra, sulla base di programmi, poi naturalmente la lista sceglierà un capitano“.

Papotti smentisce dunque le voci sempre più insistenti sulla candidatura a Sindaco di Navone. “Per un motivo molto semplice – sottolinea - : mentre altri sono impegnati a scegliere prima il candidato e poi la squadra, noi stiamo facendo il contrario, siamo partiti dal basso“.

Di certo c’è che rimane una contrapposizione forte sul fronte de centro-destra. “Ci siamo distaccati da tempo – ricorda Papotti a proposito della lista Riparolium guidata da Martino Zucco Chinà in continuità con la passata amministrazione Bertot - perché ci sono diversi i metodi di lavoro e le possibilità con cui pensiamo di affrontare alcuni problemi. Ce n'eravamo già accorti due anni fa e siamo qui per proporre idee e progetti diversi. Ci sono momenti in cui sono più importanti le diversità dei punti di contatto“.

 
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