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PONT. RIVA: Sono orgoglioso di aver costruito il Polo Scolastico

Moreno Riva, 38 anni, diplomato all’Istituto Tecnico in Elettromeccanica, lavora come impiegato tecnico alla Pontfor. Candidatosi ed eletto nel 2010 nella lista di Paolo Coppo, è stato rieletto nel 2015. In questo secondo mandato ha ricoperto la carica di vicesindaco e di assessore a Consulta Comunale, Turismo, Manifestazioni, Commercio, Artigianato e Rapporti con Teknoservice. Convive con la sua compagna e non ha figli ma ha una passione per i gatti.

Per quale motivo hai scelto di ricandidarti per la terza volta?

Innanzitutto per continuare il lavoro iniziato.

Sei soddisfatto di quanto avete realizzato, sia tu personalmente che il gruppo di maggioranza?

Certo che sì.  Abbiamo realizzato tutto quello che c’era nel programma ed anche qualcosa in più. Abbiamo fatto un buon lavoro e tra noi c’è sempre stata una bella sinergia: non si sono mai creati contrasti. Anche nel nuovo gruppo che si è formato le persone sono entrate in lista con passione.

Di quali realizzazioni sei più soddisfatto?

Di tutte. Se devo indicarne una in particolare è quella di essere riusciti a costruire il Polo Scolastico: anche se c’è chi non l’ha capito, si tratta di un investimento sul futuro. In consiglio comunale si parlava sempre degli allievi che diminuiscono ma, visto che accade in tutti i paesi vicini, credo che presto non si potranno più mantenere in piedi scuole come quelle di Frassinetto, Ronco, Locana o Ceresole. Il Provveditorato farà grandi accorpamenti e cercherà un comune in cui collocare quest’unica scuola: Pont ha tutte le caratteristiche per diventarne la sede. Sono orgoglioso anche delle Isole Ecologiche: alcune realizzate, altre in progetto. Via Caviglione ha cambiato aspetto ed a Santa Maria è subito tornata utile: a causa del Covid, le celebrazioni per la Festa dell’Assunta si sono tenute nel piazzale ed accanto ai celebranti ci sarebbero stati i bidoni in bella vista; con l’Isola tutto era nascosto.   Anche dei marciapiedi in Via Roma sono molto soddisfatto.

C’è qualche progetto cui tenevi, che non sei riuscito a realizzare e che conti di concretizzare nei prossimi cinque anni?

Ce n’è uno, che non era nel programma ma che voglio riprendere, se sarò rieletto e continuerò ad occuparmi degli stessi settori: creare una sinergia con i comuni limitrofi per limitare le sovrapposizioni di eventi. Non è cosa facile perché sono tanti gli enti e le associazioni che  li organizzano ma è assurdo che in località vicine si tengano manifestazioni analoghe nello stesso giorno. E’ un tema che avevo cercato di portare in discussione già ai tempi della Comunità Montana. Un inizio di percorso in tale direzione lo si era avuto nel 2019 con il Tavolo Tecnico per il passaggio del Giro d’Italia ma quest’anno, con la situazione creata dal Covid, non avrebbe avuto senso riparlarne.

Quali ritieni che siano i principali problemi di Pont?

Il lavoro. Non è più come negli Anni ’80 e ‘90 quando si arrivava ad un migliaio di dipendenti fra Genisio,  Plastipont, Sandretto, Iren con ricadute positive sul mercato, sul valore delle abitazioni, sui negozi. Va anche detto che allora non c’erano i discount ed i centri commerciali. Devo ringraziare gli imprenditori che sono rimasti qui  ma indietro non si riuscirà a tornare. Il Comune non può creare occupazione ma può lavorare molto sul turismo, attraendo visitatori ed arrecando benefici  al commercio: anche per questo vogliamo portare il salone polivalente in centro. Si deve lavorare sui prodotti di nicchia (come i De.Co.) ma anche i commercianti devono collaborare e creare qualcosa di innovativo: già in passato avevamo proposto le “serate commerciali”. Poi c’è Via Caviglione, che è un gioiello e dovrebbe essere valorizzata: si è cominciato con il progetto <Contrada Maestra> ma la via va fatta rifiorire.

Ritieni che sia più difficile fare l’amministratore in un piccolo o in grande centro?

In un piccolo centro devi essere amministratore, vigile, muratore, cantoniere. I grandi comuni hanno una macchina più complessa ma molto più schematizzata: ciascuno si occupa del proprio settore e basta. Noi ci siamo sempre dati una mano l’uno con l’altro.

Per quali motivi gli elettori dovrebbero scegliere la vostra lista?

E’ una domanda alla quale non mi piace rispondere. Non sono io a dover giudicare l’operato dell’amministrazione di cui faccio parte e gli elettori hanno il diritto di scegliere come meglio credono.  Ci sono stati dei cambiamenti: se le persone sono entusiaste di ciò che abbiamo fatto continueranno a  darci la loro fiducia, se non lo sono prenderanno un’altra direzione.

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