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19 Luglio 2018 - 15:41
Era il 22 giugno 2015 quando la Procura di Ivrea decise di porre i sigilli al secondo piano dell’asilo Banzi di via Aldo Picco. Motivi di sicurezza, venne precisato all’epoca. E da quel giorno sono passati tre anni e qualche settimana prima che la Procura, alla vista di un progetto, decidesse di dare input ai civich della Reale di togliere i sigilli e di riconsegnarlo alla cittadinanza.
La struttura era stata sequestrata nel 2015 a seguito di un problema riscontrato sulla controsoffittatura, e da tempo la città attendeva l’avvio dei lavori di messa in sicurezza, anche in consiglio comunale attraverso le interrogazioni del Pd e della capogruppo Rossana Schillaci.
La scorsa settimana, gli agenti della Reale sono andati a togliere il foglio che rendeva inaccessibile l’area.
“Il dissequestro è il primo importante tassello per la riapertura e la fruizione dell’area, chiusa dal 22 giugno 2015 e al momento ancora inagibile, che avverrà una volta completati i lavori previsti per questo autunno. Si tratta di interventi che rientreranno nella seconda fase di manutenzioni degli edifici e delle scuole, un piano di oltre 400mila euro che comprende manutenzioni straordinarie attese da tempo”, ha commentato soddisfatto il sindaco Roberto Falcone. Ma non la pensano allo stesso modo né il Pd, con Rossana Schillaci, né i Moderati, con Maurizio Russo.
Per Russo “il sindaco dovrebbe vergognarsi di esultare sui social a questa notizia. Tre anni per un progetto. Anzi, per un mini progetto? E menomale che era tutto al #primoposto. Purtroppo questa giunta è brava a parlare, è brava a farsi pubblicità. Ma poi cade sul pratico, sul quotidiano. Pecca di inesperienza e di organizzazione”.
La paura della Schillaci è che “adesso passino mesi e mesi prima che il progetto si trasformi in lavori concreti. Hanno sbagliato le tempistiche, perché ancora una volta si parlerà di ottobre-novembre per l’inizio dei lavori, con la riconsegna ufficiale, se va bene, nei primi mesi dell’anno nuovo. E intanto i disagi continueranno per decine di famiglie”.
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