"Siamo tutti molto sorpresi. Nessuno se lo aspettava". Il sindaco di Ivrea, Carlo Della Pepa, è amareggiato per la sentenza della corte d'Appello di Torino sui morti d'amianto alla Olivetti. Tutti i manager dell'azienda sono stati assolti. Un pronunciamento che ribalta quello di primo grado emesso dal giudice del tribunale d'Ivrea a luglio del 2016. "Sono due sentenze che mi lasciano sbalordito perché vanno l'una in contraddizione dell'altra - dice il primo cittadino - attendiamo le motivazioni per capire quali elementi hanno spinto i giudici d'Appello a una decisione di questo tipo". La sensazione, in città, è che quelli di Ivrea e del Canavese siano stati considerati "morti di serie B" rispetto ad altri procedimenti giudiziari molto simili a quello della Olivetti. "Non ci sono dubbi sul fatto che lavorare a contatto con l'amianto generi mesoteliomi - spiega Della Pepa - è sulla gestione del personale da parte dell'azienda che il tribunale era chiamato a rispondere. Stupisce che siano state date due letture differenti rispetto ad altri casi". Il Comune di Ivrea, tra l'altro, si era anche costituito parte civile: "Questa vicenda è una ferita aperta per la città e per il territorio - aggiunge il sindaco - perché stiamo parlando di persone che sono morte. Ci sono forse delle responsabilità che, evidentemente, non sono state considerate sufficienti". Anche la Fiom-Cgil, che ha seguito sin dall'inizio il procedimento penale accanto ai famigliari delle vittime, non nasconde il proprio disappunto. "Siamo stupiti e amareggiati, un colpo di spugna così non ce lo aspettavamo. Le sentenze si rispettano ma si possono non condividere - dice il segretario torinese Federico Bellono - Il messaggio è comunque devastante, perché decine di lavoratori sono morti per l'esposizione all'amianto in Olivetti e non hanno avuto giustizia". E sul possibile ricorso in Cassazione, la Fiom guarda già oltre: "Ci sono altri procedimenti sullo stesso tema ai nastri di partenza - spiega Bellono - le famiglie delle vittime non meritano una tale scandalosa impunità".
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