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RIVAROLO. Ascom: Leone deve rendersi conto che senza commercio la città muore...

Il rapporto con l’assessorato al commercio? Langue. “In due anni e mezzo mai stati convocati, fino a che non lo abbiamo espressamente chiesto noi”. Stefania Bruno, titolare della sala da the “Emozioni in Dettagli” e presidente Ascom di Rivarolo dall’aprile scorso, storce il naso, scuote la testa. “Nessuna intenzione - mette le man avanti - di far polemica ma se è vero come è vero che Rivarolo vive grazie al commercio allora le cose andrebbero gestite in un’altra maniera…”. Chiaro che la frecciata sia tutta diretta all’assessore in carica, Claudio Leone. Mercoledì scorso, in fretta e furia, il direttivo Ascom rivarolese ha chiamato a raccolta i giornalisti. Una rapida conferenza per snocciolare che cos’è stato fatto in mezzo mandato di Amministrazione Rostagno. E i temi sul tavolo sono principalmente tre… UNO: DALLA CROCETTA ALLO STREET FOOD L’idea di Leone di “esternalizzare”, in primo luogo: fino ad oggi l’Assessore al Commercio ha puntato a far arrivare in città eventi commerciali consolidati, dei brand. Parliamo del mercato della Crocetta, dello Street Food, dell’ultimo evento di ottobre “In Vino Veritas”. Eventi che hanno portato operatori di vari settori provenienti un po’ da tutta Italia nelle principali vie del centro storico cittadino. “E vada - commenta Stefania Bruno -, possiamo anche apprezzare queste iniziative pur essendo vero che il mercato della Crocetta nuoce al settore locale dell’abbigliamento ma fa felici gli operatori della ristorazione, viceversa lo Street Food può giovare all’abbigliamento ma fa concorrenza alla ristorazione, anche se è difficile immaginare che un visitatore entri a fare acquisti con un arancino in mano…”. Ascom, per inteso, non punta il dito. Non mette veti. Anzi, a partire dall’incontro del 10 ottobre scorso, e poi al successivo del 7 novembre, ha messo sul piatto una proposta, quella di concentrare eventi “extra-rivarolesi” in spazi quali l’area mercatale, in modo tale da non offuscare le vetrine. “In questo modo i commercianti potrebbero trovare più piacevole tenere i negozi aperti e inventare eventi collaterali e magari il visitatore, terminato il giro allo street food piuttosto che alla Crocetta, potrebbe visitare il centro storico” osserva Stefania Bruno. D’accordo con lei il resto del direttivo presente in conferenza stampa, con la responsabile dell’ufficio Luisa Battistella: Norma De Martin, Alessandra Saturnino, Alberto Bertinetti. “Negli ultimi tre anni - osserva il direttivo - abbiamo per altro istituzionalizzato l’apertura dei negozi la seconda domenica del mese ed abbiamo chiesto alla Pro Loco e soprattutto al comune di calendarizzare gli eventi in queste giornate”. L’invito a convogliare idee e programmi, dunque, punta, al momento, alla seconda domenica di dicembre. DUE: LA PULIZIA LASCIA A DESIDERARE Il secondo tema che Ascom è decida ad affrontare è la pulizia, del centro storico innanzitutto, ma senza dimenticare le aree più periferiche e le frazioni. “Manca, da parte di questa Amministrazione, un’attenzione alle condizioni delle nostre vie - osserva Stefania Bruno -. Parliamo di illuminazione, che è precaria, di strade che in una città turistica dovrebbero presentarsi pulite e fruibili. L’aspetto della pulizia, è veramente un tasto dolente perché ogni mattina, quando apriamo i negozi, ci armiamo di sacchetto e palette. Lo stesso vale per i punti luce: troppo tenue, troppi spazi bui, pensiamo a quanto sia difficile raggiungere i parcheggi, si crea anche un rischio per l’incolumità dei pedoni”. E se è vero che l’Amministrazione vuol puntare sulla mobilità sostenibile, allora, secondo Ascom, è proprio da qui che bisognerebbe partire, prima ancora di aumentare le strisce blu. “Nulla in contrario a questa decisione, ritengo sia opportuno incentivare le persone a muoversi a piedi. E’ mancata, però, la comunicazione. Abbiamo appreso dei parcheggi a pagamenti la mattina che ce li siamo trovati davanti”. TRE: LE LUCI DI NATALE Terzo tema, ma quello più urgente in questo momento: le luci di Natale. Quest’anno l’Amministrazione dirotterà la somma annua di 7mila euro a bilancio per collocare delle proiezioni in alcune vie e piazze del centro storico. Non più per le luminarie. Un cambio di rotta dettato da incomprensioni. “L’Ascom ci ha detto che non avrebbe più coperto la sua quota, e così abbiamo cambiato destinazione” va spiegando l’assessore al commercio Claudio Leone. Stefania Bruno mette i puntini sulle “i”. “Non ci sono state molte occasioni per confrontarsi allora è bene mettere in chiaro che anche negli anni passati l’Ascom ha sempre faticato molto a coprire i costi benché in passato sia sempre intervenuta. E va precisato che l’Ascom ha sempre coperto la percentuale maggiore visto che i costi si sono sempre aggirati tra i 18500 e i 20mila euro. Quindi, se la matematica non è un’opinione, 7mila euro non costituiscono la metà del contributo… Abbiamo chiesto all’Amministrazione di aumentare il contributo. Risposta? No”. Oltre al costo Ascom vorrebbe discutere del merito. Prendere in considerazione la possibilità di cambiare ditta, di chiedere altri preventivi. Non si discute sulla possibilità di acquistare le luci. “Acquistare le luci significa assumersi il rischio di sostenere, tra qualche anno, costi per la loro manutenzione, come già è accaduto in passato, pena presentare luci per la metà guaste o bruciate - spiega il direttivo -. Restiamo indirizzati, dunque, all’affitto, ma si potrebbe ottenere offerte più economiche. Dai tempi dei commissari non è mai stata cambiata ditta”. Ma di questo si parlerà, ormai, il prossimo anno. I commercianti, per questo Natale, hanno pensato di accodarsi alla scelta di Leone di collocare luci a proiezione. “Ma ormai è tardi, avremmo dovuto parlarne, prima, forse non ce la faremo…”. E quindi? I commercianti allestiranno in proprio i loro negozi. “Non vogliamo assolutamente che la città resti al buio - sottolinea il direttivo Ascom -, La storia ci insegna che forse è meglio trovarsi a metà strada e andare avanti. Perché se noi spegniamo le vetrine, spegniamo Rivarolo. Sono 250 commercianti centro storico, comprese le frazioni arriviamo sui 400. Rivarolo senza commercio muore”.
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