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RUEGLIO. Minaccia il vicino con una zappa, il processo a Ivrea

RUEGLIO. Minaccia il vicino con una zappa, il processo a Ivrea

Aula di tribunale

  "Vieni fuori che ti sistemo, vi faccio fuori tutti!". Con queste parole, zappa in mano, Angelo Soldani, settantenne di Rueglio, avrebbe minacciato il quasi coetaneo e vicino di casa Leo Adamo Neretti. Per i fatti, risalenti al 10 settembre del 2012, oggi l’uomo si trova ora imputato presso il Tribunale di Ivrea, difeso dall'avvocato Celere Spaziante. Il processo è ripreso l’altra settimana di fronte al giudice Claudia Maria Colangelo dopo che, nelle passate udienze, era già stato sentito Neretti, classe 1934, il quale si è costituito parte civile con l'avvocato Stefania Scoglio. Stando al suo racconto, che quel giorno si trovava a casa, dove ha anche l'azienda agricola. Era appena tornato dall'ospedale di Aosta, dov'era stato per controlli legati ai suoi problemi d salute. All’improvviso avrebbe udito delle grida e si sarebbe trovato di fronte Soldani, con una zappa in mano. La prima reazione fu fotografarlo (e le immagini sono acquisite come elemento di prova.) “Non l'ha brandita - ha specificato -, ma aveva un atteggiamento tale che non me la sono sentita di aprire il cancello". Il giorno dopo Soldani si sarebbe ripresentato. "Che ci fai qui? Guarda che non hai diritto di passaggio" la risposta di Neretti. "Vieni qui, che non mi fai paura! E fai pure tante foto!" avrebbe replicato, ancora, Soldani. Al centro della contesa pare ci fosse la servitù di passaggio di quella strada ad uso agricolo. In quella circostanza, inoltre, Neretti si sarebbe accorto, dopo due mesi, che il lucchetto risultata rotto. Su questa circostanza è stato chiamato a testimoniare, l’altra settimana, l’amico Ugo Zenerino, il quale non ha fatto mistero della sua utilità a sostegno della versione della difesa: “Soldani mi ha detto di venire a testimoniare che il lucchetto non era rotto. Ed è così: non era era rotto” ha riferito. Tanto che l’avvocato Spaziante ha invitato la parte civile a non supporre alcun reato di subornazione tanto è stata spontanea la deposizione. Ha tuttavia chiesto un rinvio del processo per cercare un accordo. Zenerino ha precisato che quel giorno era da Soldani: “ci troviamo, mangiamo, beviamo, parliamo delle mucche - ha raccontato -, è quello che facciamo di solito. Quel giorno sono andato da lui, la chiave non entrava, siamo andati da Neretti, ha provato anche con la sua. Io sono andato a prendere il flessibile”:
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