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30 Novembre 2015 - 09:26
La parola "gratuito" non esiste più. Anche le Associazioni pagano. Così come tutti gli altri. Come un privato qualunque. Affitto, luce, gas. Spazzatura. Cifre da far restare tutti i gruppi di volontariato della città in mutande. La discussione si era aperta ai tempi dei Commissari circa l'applicazione delle nuove normative in materia digestione dei locali pubblici. Ma a nessuno la novità è piaciuta. Alcuni Presidenti lo hanno detto chiaro e tondo: "se ci fate pagare, restituiamo le chiavi". Roba da spegnere la minima voglia di lavorare per la comunità. La patata bollente è saltata in mano alla nuova Amministrazione Comunale.
E cos'ha pensato il Sindaco Alberto Rostagno con la sua maggioranza? Abbattimento del canone fino al 70 per cento. Ma in base a quale principio? In base ad accordi singoli con ciascuna delle Associazioni. "Chi farà di più per Rivarolo otterrà più sconti" ha riferito il capogruppo di maggioranza Michele Nastro in Commissione, un paio di settimane fa tra i muri di Palazzo Lomellini. Esentate le associazioni che non hanno introiti, come il gruppo Fidas. I costi peseranno invece su chi svolge iniziative di carattere commerciale, pur senza avere fini di lucro. Per intenderci, come la Pro Loco che organizza i mercatini e le feste. Senza contare tutti i costi di plateatico, marche da bollo, autorizzazioni varie che già comporta mettere in piedi una manifestazione.
Inutile dire che le opposizioni hanno tirato fuori i coltelli. Irremovibili sul "no" al regolamento Renato Navone di "Rivarolo e Frazioni" e Alessandro Chiapetto del Movimento 5 Stelle. Più approfonditi gli interventi di Martino Zucco Chinà di "Riparolium" e, soprattutto, di Marina Vittone, capogruppo di "Rivarolo Sostenibile" ma anche ex Presidente della Pro Loco. Quest'ultima ha sollecitato la predisposizione di un regolamento unico, che metta nel calderone tutti i costi. Anche perché il criterio della discrezionalità non rischia soltanto di mettere in ginocchio i sodalizi ma causerebbe ansie sulla programmazione economica. Non fosse altro che, ad oggi, nonostante gli annunci, nessuno è stato convocato in Comune e a nessuno è stata fornita una proiezione su ciò che si dovrà pagare. Che si saprebbe, quindi (con la clausola del "più fai e più sconto avrai", soltanto all'ultimo, a fine anno.
Tutti contrari. Non c'è un'Associazione che, al momento, abbia plaudito alla nuova bozza di regolamento. Franco Tappari è capogruppo Alpini: "posso dire che il fatto di dover ipoteticamente pagare un affito ci spiazza in maneira importante – ci dice - perché le nostre entrate sono nulle, derivanti esclusivamente dal tesseramento dei soci. Nel nostro Statuto non sono contemplate attività commerciali. Diventerebbe per noi difficile corrispondere un affito. Abbiamo ricevuto, comunque, la bolletta relativa alla Tari (la tassa sui rifiuti) sia per il 2015 sia come arretrato sul 2014. Noi abbiamo provveduto ma anche questo tributo da cosa è derivato? Soprattutto se noi stiamo utilizzando il locale in modo abusivo visto che manca la convenzione... forse qualcosa stona. Noi abbiamo provveduto ma concettualmente sono il primo a dire che è sbagliato. Un'altra cosa che mi ha lasciato un po' perplesso è l'uso di un metro diverso per associazione per abbattere l'affitto. Certo, le associazioni non sono tutte uguali, ma se esistono sul territorio ed operano a favore dei cittadini, non è giusto distinguerle: o si applica a tutti lo stesso metro o diventa una forzatura.
Sulla stessa lunghezza d'onda Claudio Vota, Presidente della Pro Loco: "per adesso non sappiamo nulla, non ci hanno ancora presentato il Regolamento. La sede è sicuramente una parte essenziale del lavoro di un'Associazione perché permette di ritrovarsi, di decidere, programmare. Sicuramente forse non è più il periodo di restare gratuitamente all'interno delle sedi. Ma altrettanto sicuramente il Regolamento dovrebbe essere il più oggettivo possibile stabilendo criteri determinati per l'abbattimento degli affitti e delle utenze (gas e luce) che è un costo ulteriore: non si dovrebbe lasciare troppa discrezionalità al rapporto tra Assessore ed Associazione. Fermo restando tutti questi aspetti, chiaramente non ci fa piacere l'idea di pagare per organizzare le riunioni due volte al mese che ci aiutano a mettere in pratia ciò che facciamo a favore della città e che ci piace fare. Non lascerei spazio al rischio di distinguere tra associazioni di serie a e di serie b. Si potrebbe stabilire un forfait annuale, come avviene in altri Comuni".
Ad oggi, per l'Ufficio Turistico, secondo l'accordo adottato con i Commissari, viene utilizzato a titolo oneroso. Per la sede, che si trova in Vicolo Castello 1 (dove si trovano anche Alpini, Artiglieri, Scout, Anziani...) i Commissari avevano stabilito la ripartizione dei costi che voleva dire pagare per le sole utenze oltre duemila euro l'anno, tra luce e riscaldamento. Se l'affitto può essere abbattuto fino allo zero per cento, comunque, non si potrà scappare ad utenze o bollette, per cui sono già arrivate le cartelle esattoriali.
"Se allo stato attuale stimiamo un costo di 4mila euro annuo, se in futuro dovessimo pagare 8mila euro l'anno non so come potremo permettercelo... - aggiunge Claudio Vota -. Una cosa che abbiamo chiesto è di presentarci i conti, perchè noi stiamo parlando di calcoli eseguiti sul 2014 dalla Commissione Prefittizia".
Altro aspetto: le sedi andrebbe sistemate dal punto di vista della sicurezza. Molti sarebbero i lavori da fare ma in questo momento il Comune ha le stesse difficoltà che hanno le associazioni e di investimenti, è chiaro, non se ne parla.
Storce il naso Dario Tarizzo, Segretario degli Artiglieri e Vicepresidente Fidas. "Noi attendiamo di avere notizie – sottolinea -. Abbiamo partecipato alle riunioni preliminari e in silenzio alle riunioni delle commissioni comunali, tra cui l'ultima in cui il Sindaco ha proposto l'abbattimento, insieme a Nastro, del 70 per cento rispetto alle cifre che avevano quantificato come affitto ma noi le cifre non le conosciamo ancora. Se per la Fidas non sono previsti costi, gli Artiglieri invece si troveranno in forte difficoltà. Nella sede di Vicolo Castello si trovano diverse associazioni. E' utilizzata quasi 24 ore su 24. Noi Artiglieri se ci riunioni dieci volte l'anno a dire tanto. E non abbiamo grandi entrate. Non so come potremmo pagare...".
E l'unico a dormire sonni tranquilli è, infatti, proprio Salvatore Silvestri, Presidente della Fidas: "fino ad oggi non ho ancora ricevuto nulla anche se credo che avremo un certo privilegio per il tipo di attività che svolgiamo. I Commissari mi avevano prospettato una costi che non saremmo mai riusciti a sostenere, avremmo potuto consegnare le chiavi. Per il momento, nel nostro piccolo, abbiamo solo pagato un piccolo contributo per i rifiuti".
Irma Vitton Mea, Presidente del Centro d'Incontro Villa San Giuseppe, è spiazzata: "non ci hanno riferito più nulla. Noi qualche introito lo abbiamo tutto sommato, derivante da qualche cena, dai soggiorni, ma non somme tali da paagre affitti salati. Se resteremo aperti? Tutto dipenderà dalla somma".
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