E' ritenuto "socialmente pericoloso" ed è in fuga ormai quasi 3 giorni. Non c'è traccia di Piergiacomo Azzalin, 32 anni, fuggito venerdì pomeriggio dalla clinica psichiatrica San Michele di Bra, nel Cuneese, e sparito nel nulla. E, mentre carabinieri e polizia proseguono le ricerche, è polemica sulla gestione degli ex internati negli ospedali psichiatrici giudiziari. Azzalin, una lunga serie di reati alle spalle, era sottoposto a custodia cautelare in Rems - Residenza per l'esecuzione della misura di sicurezza. Nella struttura di Bra era appena arrivato e vi sarebbe dovuto restare per un anno intero, fino al novembre 2016, su disposizione del tribunale di Vercelli che lo aveva ritenuto 'socialmente pericoloso'. La sua è stata una 'evasione' in piena regola, anche se tecnicamente il termine è improprio. In pieno giorno è saltato giù da una finestra, senza inferriate, ha scavalcato una cancellata, e - secondo la ricostruzione delle forze dell'ordine - ha raggiunto la stazione ferroviaria e ha fatto perdere le proprie tracce. I posti di blocco effettuati nella zona hanno dato esito negativo, così come i controlli effettuati a Pavone Canavese, il paese di cui è originario e dove nel 2008 ha fatto esplodere la casa della madre, Lilia Cornelio, che si era rifiutata di prestargli l'auto. Dall'esplosione aveva riportato ustioni e abrasioni che non gli avevano però impedito di tentare la fuga. Poche ore dopo aver appiccato l'incendio la polizia in forza al Commissariato di Ivrea lo aveva intercettato, e fermato, alla stazione di Ivrea. Aveva ancora gli abiti imbevuti della sostanza infiammabile utilizzata per innescare la devastante deflagrazione. La sua carriera criminale è però ricca di numerosi precedenti alle spalle, tra l'altro per uso di sostanze stupefacenti, guida in stato di ebbrezza e altri reati minori. L'ultimo una quindicina di giorni fa quando al rientro da un viaggio in Olanda la Polizia di Ivrea gli ha notificato un provvedimento restrittivo con divieto di avvicinarsi a Ivrea, in totale un anno di misura di sicurezza in casa di cura e custodia. Azzalin faceva parte di un primo gruppo di detenuti degli ex Ospedali psichiatrici giudiziari destinati dalla Regione alla clinica braidese in attesa che venga completata la nuova Rems di Grugliasco (Torino). "Ho sollecitato per iscritto Prefettura e Regione ad aprire un'indagine per comprendere le ragioni dell'accaduto e, soprattutto, scongiurare ulteriori problemi futuri", scrive su Facebook il sindaco di Bra, Bruna Sibille, che sin dall'inizio si era opposta con tutta l'amministrazione comunale al progetto. "Ho chiesto con forza anche che, prima della conclusione di questa indagine, non si proceda ad altri ricoveri nella clinica", aggiunge la prima cittadina. Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, in una nota in cui precisa che Azzalin non era soggetto al controllo della Polizia Penitenziaria, invita a non utilizzare l'episodio per mettere in discussione la Riforma della Sanità penitenziaria del 2008 e "la norma di civiltà" che ha consentito il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. Ma il leghista Roberto Cota punta il dito contro la Regione Piemonte che, a suo dire, "ha dormito": non solo, sostiene, "non ha seguito il programma da noi impostato per predisporre di idonee strutture per personale proveniente da ex Opg", ma "mi risulta che siano stati persi anche i relativi finanziamenti...".
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