Cerca

IVREA. Telis, l'incubo non è ancora finito

IVREA. Telis, l'incubo non è ancora finito

Telecom

Tanto tuonò che piovve. Il 6 luglio la Telis è fallita, letto e sottoscritto dal tribunale di Roma. La notizia non ha preso alla sprovvista nessuno, ma restano ancora dei nodi da sciogliere sulla cassa integrazione in deroga degli oltre 300 lavoratori, di cui 167 in Canavese, 50 a Roma e gli altri a Pagani (in provincia di Salerno). Scade il 15 luglio e la Fiom ha subito chiesto chiarimenti che arriveranno, con molto probabilità, solo nei due vertici programmati per oggi alle 13 negli uffici lella Regione a Torino e il 16 a Roma. Oltre che di Telis si parlerà anche dei 300 esuberi Olivetti e del piano della Telecom. Con i sindacati, ci saranno i sindaci di Ivrea, Scarmagno, Strambino. Tornando alla Telis, il problema e il calvario per gli operai canavesani nasce nel marzo del 2013 con l’incendio che distrusse i capannoni dell’ex comprensorio Olivetti di Scarmagno. Si occupavano di riparazioni di telefoni cellulari per conto di Telecom e la produzione e gli uffici vennero quasi subito spostati, in parte a Strambino, ma anche a Milano e a Roma. Da qui alla richiesta di concordato in bianco, presentato al tribunale di Roma (dove ha sede la società), il passo è stato breve. Occorreva un piano industriale  credibile e verosimile per ristrutturare un dibito salito a quasi 52 milioni di euro, ma Telecom, chiamata in causa per una commessa importante, non ne ha mai voluto sapere nulla. Il problema dunque, allo stato attuale, è tutto in capo ai dipendenti. Da dopodomani, resteranno senza ammortizzatori sociali per 75 giorni, il tempo che occorre per imbastire una nuova richiesta. “Significa che fino a metà settembre i lavoratori saranno scoperti”,  spiegano i sindacati davanti alla fabbrica di Strambino lungo la statale 26. E’ qui che da lunedì scorso, sotto un gazebo, il presidio  è diventato permanente. “Questi lavoratori - ha commentato Cadigia Perini, segretario del circolo PRC di Ivrea - sono vittime di una gestione irresponsabile di una certa imprenditoria nata dalle ceneri Olivetti e da queste ceneri alimentata. Il fallimento di Telis è frutto anche del disimpegno di Olivetti-Telecom nel nostro territorio che ha creato e sta creando pesanti perdite di posti di lavoro e il peggioramento delle condizioni di lavoro di tanti lavoratori. Per questo chiediamo alla Regione di attivarsi per la ricerca di una alternativa occupazionale per questi lavoratori “vecchi” per il mondo del lavoro, ma troppo giovani per il ritiro in pensione. Il fallimento Telis è un nuovo fallimento per tutto il territorio, per ognuno di noi...”
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori