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GASSINO. Consiglio d'istituto interrotto dai carabinieri, cacciati i genitori

GASSINO. Consiglio d'istituto interrotto dai carabinieri, cacciati i genitori

I genitori cacciati fuori dall'aula alla Borione di Gassino

“Oggi è morta la democrazia!” Alla scuola Borione di Gassino, ieri pomeriggio, è andato in scena un episodio davvero poco edificante. Un normalissimo consiglio d’istituto, convocato per discutere di tematiche anche abbastanza urgenti (visto che è praticamente dallo scorso maggio che a Gassino non si assiste a un consiglio d’istituto che duri più di un quarto d’ora) si è trasformato in una farsa. In una scenetta grottesca. Con una decina di genitori, andati ad assistere alla riunione, “identificati” dai carabinieri intervenuti sul posto.     Poco prima di iniziare la seduta, infatti, la dirigente scolastica Maria Maddalena Tafuro ha invitato tutti i genitori presenti tra il pubblico ad uscire dall’aula per “motivi di ordine pubblico”. “Ma da nessuna parte c’era scritto che quello di ieri sarebbe dovuto essere un consiglio a porte chiuse” replicano i genitori, sgomenti. Se non appositamente specificato, infatti, la riunione tra insegnanti, dirigente e genitori è aperta a chiunque voglia assistervi. Eppure…   Eppure sul posto sono intervenuti persino i carabinieri della stazione di Castiglione, guidati dal maresciallo Filippo Tonzanu in persona, chiamati prima da Antonio Casciano (sul posto in veste di genitore, non di consigliere comunale) e poi dalla stessa dirigente scolastica. I militari hanno invitato i presenti a uscire dall'aula, e verificato i documenti dei genitori per sincerarsi di questi fantomatici rischi per l’ordine pubblico. Rischi, ovviamente, del tutto inesistenti. Tutto il pubblico è stato fatto uscire dall’aula, per ottemperare alle richieste della dirigente: a quel punto si sono alzati anche i genitori che fanno parte del consiglio d’istituto, e con loro gli insegnanti. Nell’aula è rimasta solo la dirigente. E la riunione non si è tenuta.     “Fatto sta che noi siamo venuti qui per assistere a un consiglio d’istituto, dopo mesi e mesi che ne chiediamo la convocazione senza ottenere minimamente risposta, e siamo finiti ‘schedati’ dai carabinieri - commentano i genitori dopo essere stati cacciati dalla scuola -. Non c’era ragione per far uscire il pubblico, ma soprattutto non c’era stato nessun tipo di preavviso: la dirigente non ha specificato nulla di diverso dalle altre volte”. Alla base della decisione di Tafuro, sempre secondo alcune ricostruzioni dei genitori, potrebbe esserci un innocuo post su Facebook. “Lei ora dice di aver letto su Facebook un invito rivolto ai genitori ad ‘accorrere numerosi’ al consiglio d’istituto, e di essersi preoccupata per la sicurezza della scuola”. A voi i commenti…     Fatto sta che ormai dallo scorso maggio non si riesce a portare avanti una riunione dall’inizio alla fine. “A ottobre ne è stato convocato uno, ma è durato appena 10 minuti. A dicembre, invece, lei si è data malata e ha annullato la riunione, peraltro in maniera impropria perché la vicaria avrebbe potuto sostituirla, così come previsto dal regolamento” spiegano i genitori. Ma tant’è. Giusto per capirci: siamo a gennaio, e ancora non si è discusso e approvato il POF (piano dell’offerta formativa), ancora non si è discusso delle gite, ancora non si è formata la commissione mensa, ancora non si è affrontato il tema del contributo volontario. Il consiglio d’istituto, di fatto, è stato praticamente neutralizzato dalla dirigente. Il consiglio che resta l’unico organo “democratico” della scuola, in quanto comprende sia componenti del corpo insegnanti che dei genitori.   Una situazione decisamente anomala. Una situazione che ha attirato l’attenzione dell’ufficio scolastico regionale, che nei prossimi giorni si interesserà direttamente del caso. L’ultimo eclatante episodio di ieri lascia pochi dubbi: c’è da intervenire in qualche modo.      
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