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28 Gennaio 2015 - 22:27
tribunale
Sarà pronunciata il 24 febbraio la sentenza nei confronti di Antonio Lo Mastro, 73 anni, l'ex postino di Strambino imputato con l'accusa di usura e difeso dall'avvocato Celere Spaziante. Martedì scorso doveva tenersi l'udienza conclusiva, ma a causa dei tempi ristretti, il collegio presieduto dal giudice Carlomaria Garbellotto ha deciso di rinviare al mese prossimo per le repliche. Intanto sono state formulate le conclusioni. Il Pubblico Ministero Lorenzo Boscagli ha chiesto la condanna dell'uomo a tre anni e otto mesi di reclusione.
Secondo l'accusa Lo Mastro avrebbe prestato denaro, a più persone, stabilendo un tasso di interesse vertiginoso, che superava in modo inequivocabile la soglia stabilita dalla legge, come emerso dalle indagini svolte dalla Guardia di Finanza.
Ma solo una delle nove vittime si è costituita parte civile, il ristoratore valdostano Massimo Correddu, autore della denuncia sporta nel luglio 2011, difeso dall'Avvocato Ferdinando Ferrero. A lui Lo Mastro avrebbe concesso 14mila euro necessari ad estinguere debiti con Equitalia ed in cambio avrebbe preteso la restituzione di circa 27 mila euro, con tanto di minacce. Del tipo: "non ci sarà un altro domani. Capiterà qualcosa di molto, molto brutto... Domani verrò al tuo ristorante e prenderò i soldi, li voglio".
Altre persone offese, in aula, hanno invece difeso a spada tratta Lo Mastro, dipingendolo come un benefattore, ed alcune hanno anche ritrattato le dichiarazioni rese all'epoca agli inquirenti, da cui emergeva la figura dello strozzino. Se Correddu ha raccontato ai giudici di aver passato anni di inferno, altre testimoni hanno sottolineato che per loro l'anziano strambinese "era come un padre". Ed è proprio questo il punto su cui poggia la tesi difensiva.
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