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VENARIA. Reggia: addio Del Noce-Vanelli

VENARIA. Reggia: addio Del Noce-Vanelli

La Reggia di Venaria

La Reggia di Venaria si è dimostrata negli anni un modello per l'Italia per quanto riguarda la gestione di un bene culturale. Per la prima volta si è dato vita un modello innovativo in base al quale pubblico e privato si incontrano riuscendo a "trattare" il bene culturale con criteri "aziendali". Un modello che deve essere non solo confermato per la Reggia, ma esteso ad altri beni culturali in Italia. Questo l'auspicio espresso oggi dal presidente Fabrizio Del Noce e dal direttore del Consorzio Reggia della Venaria, Alberto Vanelli, che a fine anno lasciano l'incarico per raggiunti limiti d'età (la legge Madia vieta a pensionati sia pubblici sia privati di avere cariche negli enti pubblici).

Sia Del Noce che Vanelli nella loro ultima conferenza stampa hanno espresso l'augurio che in futuro si mantenga questa mentalità 'aziendale'. Sottolineando questi numeri: in 7 anni la Reggia ha organizzato 29 mostre, 2.450 concerti e spettacoli, 350 eventi e ha avuto una media annua di 800.000 visitatori.

"La Venaria - ha detto Vanelli - è stata la prima azienda culturale italiana nata intorno ad un bene pubblico-privato.

Abbiamo ridotto il personale, razionalizzato le spese e gestito direttamente tutti i servizi. Nel nostro bilancio solo il 33% proviene dei fondi pubblici".

Del Noce si è detto "sorpreso" della decisione di non emettere un bando pubblico per la ricerca del futuro direttore: "Siamo il sito privatistico più grande d'Italia e non procediamo al bando? Perché? Non capisco?".

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