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30 Ottobre 2014 - 12:12
I fratelli Filasieno sono ormai conosciuti nell'ambiente della giustizia. Numerosi i processi che si sono celebrati, a loro carico, presso il Tribunale di Ivrea, ed alcuni sono ancora in corso. Come quello che li vede imputati con l'accusa di possesso ingiustificato di armi da sparo e danneggiamento, per un fatto del 9 aprile 2010.
Secondo l'accusa Giovanni e Paolo Filasieno (difesi rispettivamente dagli Avvocati Marco Stabile e Alessandra Vecchietti) avrebbero esploso alcuni colpi di fucile contro il lunotto ed i vetri di una vettura, appartenente a Paolo Maffiotto, di Rivarolo. L'uomo aveva sporto denuncia contro ignoti (senza poi costituirsi parte civile nell'ambito del processo in corso). Le indagini, condotte dai Carabinieri, hanno poi condotto all'individuazione dei due fratelli, attraverso il rinvenimento di polvere da sparo su mani e vestiti, il riconoscimento fotografico ed il racconto di alcuni testimoni, tra cui Rosanna Buffo che è stata chaiamata a testimoniare in aula, la settimana scorsa di fronte al giudice Claudia Colangelo. La signora, però, dopo quattro anni dall'episodio, e con le due 79 primavere sulle spalle, non ha saputo ricordare quel che aveva detto allora, presso la stazione dei Carabinieri.
Il processo è stato quindi rinviato al 14 aprile 2015. Un rinvio piuttosto lungo anche perchè occorre appurare un dato: Giovanni Filasieno ha riprotato già una condanna da parte del Tribunale di Ivrea, per un altro reato riferito a quella notte del 9 aprile (poichè il processo era stato sdoppiato in due tronconi) e, per il "ne bis in idem", non potrebbe essere giudicato due volte per lo stesso fatto. Tecnicamente si potrebber arrivare, pertanto, ad una sentenza di "non luogo a procedere". Occorre capire se la sentenza sia passata in giudicato. In altro caso potrebbe, comunque, cavarsela per prescrizione.
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