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Cronaca

È morta Fernanda Contri, nata a Ivrea nel 1935 e prima donna giudice della Consulta

Avvocata e giurista eporediese, protagonista della Repubblica tra CSM, Governo e Corte Costituzionale

Addio a Fernanda Contri, la giurista che ha aperto la Corte Costituzionale alle donne

Addio a Fernanda Contri, la giurista che ha aperto la Corte Costituzionale alle donne

Si è spenta sabato 27 dicembre, all’ospedale di Rapallo, Fernanda Contri, avvocata e giurista italiana di primo piano, protagonista assoluta della vita istituzionale del secondo Novecento. Aveva 90 anni. Nata a Ivrea nel 1935, era cresciuta a Genova, dove la famiglia si trasferì durante la sua giovinezza, città che avrebbe poi rappresentato uno dei punti di riferimento del suo percorso umano e professionale.

Dopo aver frequentato il Liceo Classico Andrea D’Oria, Fernanda Contri si laureò in Giurisprudenza nel 1961. Da lì prese avvio una carriera che l’avrebbe condotta ai massimi livelli dello Stato. Fu membro del Consiglio Superiore della Magistratura, dove alla fine degli anni Ottanta ricoprì anche l’incarico di presidente della Commissione Disciplinare, ruolo di particolare rilievo in una fase delicata per la giustizia italiana.

Negli anni Novanta entrò a far parte del Governo come ministra degli Affari sociali durante l’esecutivo presieduto da Carlo Azeglio Ciampi, confermando un profilo istituzionale solido e trasversale. Dal 1996 al 2005 fu la prima donna giudice della Corte Costituzionale, designata dal Presidente della Repubblica, arrivando successivamente a esercitare anche le funzioni di vicepresidente della Consulta. Un passaggio storico che segnò una svolta nel percorso di apertura delle istituzioni repubblicane.

Alla notizia della sua scomparsa è arrivato il messaggio di cordoglio del presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, che ha ricordato il valore della figura istituzionale scomparsa. «Esprimo a nome mio e di Regione Liguria profondo cordoglio per la scomparsa di Fernanda Contri, avvocato e giurista genovese di alto profilo, che ha servito lo Stato con competenza come componente del Consiglio Superiore della Magistratura, come ministro nel governo Ciampi e giudice della Corte Costituzionale, di cui è stata inoltre vicepresidente. Con la sua scomparsa, la Liguria e il Paese perdono una figura di grande autorevolezza istituzionale».

Accanto al cordoglio, emerge anche una riflessione critica sul silenzio che ha accompagnato la notizia della sua morte. L’ex assessore del Comune di Ivrea, Andrea Benedino, ha affidato a un commento social parole dure e amare. «Sinceramente sono sconcertato dal silenzio che avvolge la morte di Fernanda Contri», scrive, ripercorrendo la sua straordinaria carriera. «Eporediese di nascita, avvocata, membro laico del CSM, prima donna Segretaria Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri con Giuliano Amato, Ministra per gli Affari Sociali del Governo presieduto da Carlo Azeglio Ciampi, prima giudice donna della Corte Costituzionale di cui divenne poi anche Vicepresidente, socialista, laica e democratica per tutta la vita».

Nel suo intervento Benedino sottolinea anche il peso politico e morale della figura scomparsa. «Non credo di essere tra i pochi a pensare che sarebbe stata senz’altro un’ottima candidata alla Presidenza della Repubblica», aggiunge, prima di esprimere una critica diretta al mondo politico e istituzionale. «Non capisco se è un segno dei tempi di questa strana politica odierna, se è colpa delle festività che distraggono le menti dei più, ma mi sarei aspettato ben altra considerazione da parte delle istituzioni e dei rappresentanti politici anche del mio partito rispetto a una perdita di questo livello. Spero che qualcuno rinsavisca e si trovi il modo per rendere omaggio a questa grande personalità che ha saputo lasciare il segno nelle istituzioni italiane».

Con la scomparsa di Fernanda Contri, Ivrea, Genova e l’intero Paese perdono una figura che ha attraversato decenni cruciali della storia repubblicana, aprendo strade nuove per le donne nelle istituzioni e lasciando un’impronta profonda e duratura nello Stato italiano.

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