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Cronaca

“Operazione Moreno”, smantellata la banda dei falsi incidenti a Venaria

Due arresti e sei denunce dopo l’indagine dei Carabinieri: un sistema studiato per trasformare danni inesistenti in rimborsi assicurativi

Falsi incidenti

Falsi incidenti, Rolex e pressioni in carrozzeria: a Venaria smascherato il sistema che trasformava le assicurazioni in un bancomat

I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Venaria Reale hanno eseguito, lo scorso 24 novembre, un’ordinanza di misure cautelari emessa dal GIP del Tribunale di Ivrea al termine di un’indagine lunga e complessa, ribattezzata “Operazione Moreno”. L’attività investigativa ha permesso di individuare un gruppo strutturato, considerato dagli inquirenti una vera e propria associazione a delinquere con l’obiettivo di realizzare un numero indefinito di truffe ai danni delle compagnie assicurative.

Due gli indagati raggiunti da provvedimenti restrittivi: uno condotto in carcere, l’altro posto agli arresti domiciliari. Altre sei persone risultano denunciate a piede libero. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, ciascuno avrebbe ricoperto un ruolo preciso all’interno del sistema fraudolento, che si appoggiava a una carrozzeria di Venaria Reale per denunciare incidenti mai avvenuti o amplificare i danni di sinistri realmente verificati.

Il punto di svolta nelle indagini risale al maggio 2023, quando i familiari dell’uomo oggi ai domiciliari ne segnalano l’improvvisa scomparsa. I Carabinieri di Aosta lo rintracciano la sera successiva: a loro l’uomo racconta di essersi allontanato a causa delle tensioni sorte nella gestione della carrozzeria. Pressioni legate all’ingresso di un conoscente, oggi in carcere, che dopo avergli estinto un debito di migliaia di euro avrebbe preteso di ottenere metà dell’attività, fino a diventarne nei fatti il titolare unico pur risultando formalmente un semplice dipendente. Una situazione che, secondo l’indagine, avrebbe generato frizioni tali da spingere l’uomo a lasciare temporaneamente la propria abitazione.

Da questo episodio prende forma un quadro investigativo molto più ampio. Gli accertamenti hanno portato alla luce un metodo sempre uguale: individuare automobili potenzialmente utili per le frodi, spesso appartenenti a parenti, amici o conoscenti degli indagati, e proporre ai proprietari di inserirle in pratiche risarcitorie a fini di profitto.

Quando la polizza assicurativa del veicolo prevedeva coperture per eventi atmosferici o atti vandalici, la prima richiesta di risarcimento veniva presentata per presunti danni causati dal maltempo. Successivamente, al proprietario veniva suggerito di sporgere denuncia per un danneggiamento legato a finti atti vandalici. Nel caso in cui fosse necessaria una riparazione, l’organizzazione avrebbe poi inscenato un sinistro simulato, utilizzando un’auto dotata di copertura “casco”, così da consentire ulteriori rimborsi senza ostacoli.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Ivrea, non si è limitata alle misure cautelari: i Carabinieri hanno infatti proceduto al sequestro preventivo di 45.800 euro in contanti, quattro autovetture e sette Rolex, per un valore complessivo stimato in circa 150 mila euro.

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