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Cronaca
24 Agosto 2025 - 11:10
Un arresto che chiude un lungo capitolo giudiziario. Pier Paolo Gherlone, imprenditore, commercialista ed ex presidente dell’Asti Calcio, è stato fermato dalla polizia ed è ora atteso in cella per scontare 5 anni e 11 mesi di reclusione. Un epilogo maturato dopo una serie di condanne passate in giudicato e un ulteriore verdetto per trasferimento di valori pronunciato a Novara e confermato in appello.
L’esecuzione è avvenuta nelle ultime ore su disposizione della Procura di Novara, che ha emesso l’ordine di carcerazione. La misura arriva al termine di un articolato iter giudiziario che ha consolidato la responsabilità penale di Gherlone in diversi procedimenti.
Secondo quanto accertato in sentenza, il nucleo principale delle vicende riguarda reati fiscali commessi ad Asti tra il 2013 e il 2017, periodo in cui Gherlone esercitava la professione di commercialista. Le irregolarità, già giudicate in via definitiva, hanno determinato il cumulo di pene. A queste si è aggiunta una condanna del Tribunale di Novara, confermata in appello, per il reato di trasferimento di valori, che ha ulteriormente aggravato il quadro sanzionatorio.
Non è la prima misura restrittiva che coinvolge l’ex dirigente sportivo. Nel giugno 2022, Gherlone era stato sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno in provincia, provvedimento poi sospeso nel luglio dello scorso anno.
Figura nota nel panorama sportivo piemontese, Gherlone ha guidato l’Asti Calcio in anni complessi per il club. Ad Asti ha ricoperto anche l’incarico di assessore al Bilancio tra il 1998 e il 2002. La sua immagine pubblica, tuttavia, è rimasta progressivamente legata alle vicende giudiziarie, fino al rinvio a giudizio per bancarotta in relazione al fallimento della società calcistica.
Le indagini e i procedimenti che hanno portato alle condanne definitive hanno riguardato operazioni finanziarie ritenute irregolari e violazioni fiscali. È un ambito su cui la magistratura continua a mantenere alta l’attenzione, a conferma di una linea di rigore verso comportamenti che minano la trasparenza del sistema economico.
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