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Cronaca
16 Maggio 2025 - 12:16
Aggressione con l’acido nel salone da parrucchiera a Verbania: il 27 maggio l’udienza preliminare. L’ex compagno accusato di tentato sfregio permanente
Era il 28 dicembre scorso quando l’aria tranquilla di un pomeriggio qualunque si è trasformata in terrore puro in un salone da parrucchiera a Verbania. Una donna è stata aggredita dall’ex compagno, un uomo di circa 60 anni, che ha fatto irruzione nel negozio impugnando due bottigliette di acido cloridrico, con l’intenzione – secondo l’accusa – di sfigurare permanentemente il volto della sua ex. Un gesto che la procura considera premeditato, maturato in un contesto di stalking, con telefonate ossessive e pedinamenti nei giorni precedenti.
A salvare la donna, cliente del salone e titolare dell’attività, sono stati alcuni avventori di un bar vicino, che allertati dalle urla sono intervenuti bloccando l’uomo prima che potesse completare il suo piano. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’aggressore avrebbe inizialmente minacciato la donna con un rasoio, per poi trascinarla nel bagno del negozio, dove avrebbe tentato di versarle l’acido addosso. La prontezza dei soccorsi e la possibilità di lavarsi il viso subito dopo l’attacco hanno evitato danni permanenti, ma il rischio corso è stato concreto e altissimo.
Sfregiata con l'acido
Le analisi condotte sui flaconi sequestrati hanno confermato la presenza di acido cloridrico al 6,5%, una concentrazione non elevata, ma sufficiente – secondo la pm Laura Carrera – a provocare lesioni gravi e deturpanti, soprattutto se indirizzate al viso. È sulla base di questi elementi che l’uomo è stato rinviato a giudizio per tentata deformazione dell’aspetto mediante lesioni permanenti, oltre che per lesioni personali e atti persecutori.
L’udienza preliminare si terrà il 27 maggio al Tribunale di Verbania. Sarà l’occasione per fare il punto su un episodio che ha colpito profondamente l’opinione pubblica, riportando al centro dell’attenzione il tema della violenza di genere e delle aggressioni con l’acido, una delle forme più violente e devastanti di attacco personale.
La relazione tra vittima e aggressore era durata poco e si era interrotta circa un mese prima dei fatti. Un tempo sufficiente, secondo la procura, per far maturare nell’uomo un rancore ossessivo, culminato in un’aggressione premeditata e interrotta solo grazie al coraggio dei passanti.
Il caso di Verbania riaccende il dibattito sulla prevenzione delle condotte persecutorie, e sulla necessità di strumenti tempestivi e incisivi per intervenire prima che la violenza esploda. In questa vicenda, a fare la differenza è stata la reattività del contesto: senza l’intervento esterno, la cronaca avrebbe forse raccontato una tragedia irreversibile.
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