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Cronaca

Tre autisti denunciati per furto aggravato e continuato nella piattaforma logistica di Leini

L’operazione dei carabinieri di Leini smaschera un traffico illecito orchestrato all’interno della logistica torinese: i pallet venivano sottratti durante i carichi e rivenduti nel mercato nero

Dal furgone al mercato nero: l'ombra del furto organizzato a Torino

Furti sistematici alla piattaforma Codé Crai: tre camionisti denunciati, centinaia di migliaia di euro di merce sparita

Non era un errore di magazzino, né un banale disguido contabile. Era un piano preciso, sistematico, silenzioso, messo in atto da tre autotrasportatori che lavoravano presso la piattaforma logistica Codé Crai di via Palera, a Leini, nel Torinese. I carabinieri della locale stazione hanno portato alla luce un sistema di furti aggravati e continuati, che ha sottratto all’azienda merce per centinaia di migliaia di euro, destinata ai supermercati della nota catena di distribuzione alimentare.

Il caso è esploso dopo segnalazioni interne e un’accurata analisi dei flussi in entrata e uscita. I numeri non tornavano. E dietro quei vuoti inspiegabili nei pallet, c’era un modus operandi rodato: approfittando del caos tipico delle operazioni di carico e scarico, i tre autisti dirottavano parte della merce su percorsi alternativi, sottraendola al tracciamento ufficiale. In pratica, rubavano direttamente dai camion, prima che la merce raggiungesse i punti vendita.

Ma dove finiva questa refurtiva? Gli inquirenti parlano di un mercato nero parallelo, fatto di rivendite sottobanco e canali di smistamento ancora in via di identificazione. Gli articoli sottratti spaziavano dai prodotti alimentari ai beni di largo consumo, rendendo difficile non solo la quantificazione esatta del danno, ma anche l’identificazione dei rischi sanitari legati alla rivendita non tracciata di merce deperibile. Una falla potenzialmente pericolosa nella catena della sicurezza alimentare.

Camionisti denunciati, ma ancora a piede libero

I tre camionisti, individuati e interrogati, sono stati denunciati a piede libero e immediatamente allontanati dal lavoro. Non hanno più alcun rapporto con l’azienda, che si è costituita parte lesa. Ma l’indagine è tutt’altro che chiusa. Gli inquirenti sospettano che possano esserci altri complici, e stanno analizzando telecamere, GPS dei veicoli e dati di magazzino per ricostruire il traffico in ogni suo dettaglio.

La vicenda getta una luce inquietante su una pratica ancora troppo diffusa nel settore logistico: furti dall’interno, agevolati da falle nei controlli e da una conoscenza dettagliata delle procedure operative. In un contesto in cui la filiera distributiva è la spina dorsale dell’economia, episodi come questo minano la fiducia, la sostenibilità e la competitività delle imprese, già sotto pressione tra inflazione e rincari.

Il caso di Leini non è un’eccezione, ma un campanello d’allarme per l’intero comparto. E se da un lato le forze dell’ordine dimostrano efficacia nel contrasto a questi reati, dall’altro emerge l’urgenza di rafforzare i sistemi di controllo interno, migliorare la tracciabilità della merce e promuovere una cultura aziendale fondata su etica e sorveglianza attiva.

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