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Cronaca

Rapina a mano armata alle Poste di Montalenghe: catturati due banditi, caccia al terzo

Dopo aver minacciato la direttrice con un coltello e rubato 29mila euro, i tre malviventi sono fuggiti con un'auto rubata. Presi in meno di mezz’ora grazie a un’operazione lampo dei carabinieri. Il terzo uomo è ancora in fuga

Rapina da 29mila euro all’Ufficio postale

Rapina da 29mila euro all’Ufficio postale: caccia al terzo uomo (foto di repertorio)

La rapina all'ufficio postale di Montalenghe si è consumata in pochi minuti, ma la fuga dei malviventi è durata meno di mezz’ora. Un piano che sembrava ben studiato, con tanto di cambio auto per sviare le indagini, ma che non ha tenuto conto della rapidità d’azione dei carabinieri della compagnia di Ivrea e dell'efficacia del piano anti-rapina scattato immediatamente. Due dei tre rapinatori sono già stati arrestati, mentre il terzo è ancora in fuga.

Ad agire sono stati tre uomini, tutti con il volto coperto da passamontagna e armati di coltello. Erano circa le 13.30 di mercoledì quando, approfittando della vicinanza all'orario di chiusura e del fatto che l'ufficio postale fosse praticamente deserto, hanno fatto irruzione. Uno di loro si è diretto subito verso la direttrice, minacciandola con un coltello e costringendola a consegnare l'intero incasso di giornata, pari a 29mila euro. Non appena ottenuto il denaro, i tre sono fuggiti a bordo di una Fiat Uno bianca, rubata poco prima, dirigendosi verso San Giorgio Canavese.

Appena ricevuto l’allarme, i carabinieri di Ivrea, San Giorgio Canavese e Rivarolo hanno attivato un’imponente operazione congiunta. Le prime informazioni raccolte dai militari della stazione di San Giorgio Canavese, guidati dal neo comandante Alan Audo Gianotti, sono state fondamentali: il racconto della direttrice, ancora sotto choc, e l’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza hanno permesso di individuare la vettura con cui i rapinatori si erano dati alla fuga. A quel punto è scattato il piano anti-rapina, con posti di blocco e pattuglie dispiegate in tutta la zona per intercettare i fuggitivi.

Nel giro di pochi minuti, una pattuglia ha rinvenuto la Fiat Uno abbandonata sul ciglio della strada a Cuceglio. Il cambio di auto faceva parte del piano: i tre erano già saliti su una Fiat Bravo nera, una vettura non rubata, scelta proprio per evitare di destare sospetti. Ma nonostante l’apparente prudenza, è stato un errore fatale a tradirli.

Mentre percorrevano la provinciale tra San Giorgio e Ozegna, un’auto dei carabinieri di Rivarolo ha notato la Bravo e ha deciso di affiancarla per un controllo. A quel punto, il conducente ha commesso l’imprudenza di schiacciare l’acceleratore, tentando di seminare i militari. Il gesto ha insospettito la pattuglia, che ha immediatamente dato il via all’inseguimento.

Ne è nato un rocambolesco tentativo di fuga tra le strette vie del centro storico di Ozegna, fino a quando, all’altezza della rotonda sulla provinciale 222, i militari sono riusciti a bloccare il veicolo. Due dei tre occupanti hanno tentato l’ultima disperata mossa: sono scesi dall’auto e si sono dileguati nei campi, facendo perdere momentaneamente le loro tracce. Il terzo, invece, Leonardo Alessio, 48 anni, residente a Rivarolo Canavese, è stato fermato e arrestato.

Nel bagagliaio dell’auto i carabinieri hanno rinvenuto 22mila euro in contanti, parte del bottino appena trafugato, oltre ai passamontagna e al coltello usato per minacciare la direttrice dell’ufficio postale. Il denaro era nascosto all’interno di uno zaino, pronto per essere trasferito altrove. Alessio, riconosciuto come l’autista della banda, è stato portato in caserma e successivamente trasferito nel carcere di Ivrea, in attesa della convalida dell’arresto da parte del pm Ludovico Bosso, titolare dell’inchiesta.

Nel frattempo, le indagini sono proseguite senza sosta per identificare i due complici in fuga. Le immagini delle telecamere di sicurezza di Ozegna, installate di recente, hanno fornito agli investigatori elementi cruciali per risalire alla loro identità. In serata, messo alle strette, Donato Macrì, 55 anni, anche lui residente a Rivarolo Canavese, si è costituito spontaneamente presso la caserma dei carabinieri di Rivarolo. Difeso dall’avvocato Franco Papotti, è stato trattenuto in carcere in attesa dell’udienza di convalida.

Al momento, gli investigatori stanno concentrando gli sforzi sulla cattura del terzo componente della banda, che potrebbe avere ormai le ore contate. L’operazione dei carabinieri è stata eseguita in modo impeccabile, permettendo di assicurare alla giustizia due dei tre presunti responsabili in meno di mezz’ora dalla rapina.

Il colpo, studiato nei minimi dettagli, ha mostrato una certa organizzazione da parte dei malviventi, che avevano pianificato il cambio di auto per depistare le forze dell’ordine. Tuttavia, non avevano fatto i conti con la reattività dei militari, che hanno saputo anticipare le loro mosse. Ora, con due arresti già effettuati e il terzo sospettato braccato, l’indagine potrebbe concludersi presto, mettendo definitivamente fine alla carriera criminale della banda.

Il colpo, messo a segno da tre individui già noti alle forze dell'ordine, ha fruttato 29mila euro. I rapinatori sono stati intercettati a bordo di una Fiat Bravo nei pressi di Ozegna, dove è iniziato un inseguimento che si è concluso sulla strada provinciale 222, alle porte del paese

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