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Cronaca

Panico in ospedale: minaccia di ammazzarsi puntandosi un coltello alla gola

Una 37enne respinta dal reparto di psichiatria ha minacciato di togliersi la vita con un coltello. Provvidenziale l’intervento dei carabinieri, che l’hanno convinta a desistere

Panico in ospedale: minaccia di ammazzarsi puntandosi un coltello alla gola

Una notte di paura e tensione nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Ivrea, dove una donna di 37 anni, in forte stato di agitazione, ha minacciato di togliersi la vita con un coltello da cucina. Solo il provvidenziale intervento dei carabinieri della stazione di Azeglio, accorsi rapidamente sul posto, ha evitato che la situazione degenerasse in tragedia.

L’episodio è avvenuto nella notte tra giovedì 13 e venerdì 14 febbraio. La donna, già in cura per disturbi psichiatrici, si era presentata spontaneamente in ospedale chiedendo di essere ricoverata. Dopo una valutazione clinica, però, i medici hanno ritenuto che non vi fossero le condizioni necessarie per il ricovero e le hanno chiesto di allontanarsi.

Un rifiuto che ha scatenato la sua reazione disperata: ha estratto un coltello da cucina dalla borsa e lo ha puntato alla gola, minacciando di farsi del male davanti agli operatori sanitari, rimasti immobili e spiazzati dalla drammaticità della scena.

Nel giro di pochi minuti è scattato l’allarme: il personale sanitario ha chiamato il 112, facendo arrivare in ospedale una pattuglia dei carabinieri di Azeglio. I militari hanno approcciato la donna con calma e fermezza, avviando un dialogo teso e delicatissimo. Dopo una breve ma intensa trattativa, sono riusciti a convincerla ad abbassare il coltello e ad affidarsi alle cure dei sanitari.

La vicenda si è conclusa con un ricovero in psichiatria, ma anche con una denuncia nei confronti della 37enne per porto abusivo di armi, poiché il coltello era stato introdotto nell’ospedale senza alcuna giustificazione.

L’episodio ha riacceso il dibattito sulla gestione delle urgenze psichiatriche, una realtà sempre più complessa per ospedali e forze dell’ordine. In questo caso, il sangue freddo dei carabinieri ha evitato il peggio, ma il tema della presa in carico di pazienti fragili resta aperto e delicato.

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