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Cronaca
09 Febbraio 2025 - 20:44
Bracciante (foto di repertorio)
Un'altra storia di mancanze di tutela, di diritti e garanzie e, soprattutto, un'altra storia di sfruttamento del lavoro. Dopo Satnam Singh, il bracciante indiano morto in estate dopo esser stato abbandonato senza un braccio davanti casa dal suo titolare, c'è una nuova inchiesta a Latina che vede coinvolto un altro lavoratore suo connazionale.
La zona, teatro di questo ulteriore dramma, è sempre quella dell'Agro pontino, dove un lavoratore ha perso le gambe a causa della prolungata esposizione a sostanze chimiche pericolose. L'uomo, di 46 anni, è stato trasferito nel reparto di Terapia intensiva coronarica dell'ospedale Santa Maria Goretti circa due settimane fa, ricoverato per una grave cardiopatia. Durante gli accertamenti, tuttavia, è emerso che gli arti inferiori, un braccio, il naso e la milza erano interessati da una vasculite autoimmune, provocata probabilmente dalla reazione del sistema immunitario all'esposizione a pesticidi o diserbanti senza le dovute precauzioni, sembrerebbe per addirittura tre giorni. Il quarantaseienne ha così perso le gambe.
L'uomo non parla italiano e fin dal suo arrivo non è stato affatto facile comunicare con lui, anche avvalendosi di un interprete, in modo tale da comprendere cosa avesse causato la necrosi. Sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta per risalire all'azienda agricola per cui ha lavorato, ancora non identificata: ad indagare sono gli agenti di polizia della questura di Latina. Sono stati inoltre informati i servizi sociali per rintracciare la sua famiglia di origine.
"È una cosa incredibile, una brutta storia" - le parole del presidente della comunità indiana del Lazio Gurmukh Singh - "Dico sempre ai ragazzi che devono stare attenti. Se perdi il lavoro puoi ritrovarlo, ma la vita è una sola".
La Cgil di Roma e del Lazio e quella di Frosinone e Latina, invece, hanno chiesto alla giunta regionale di "riprendere quel ruolo di coordinamento fra istituzioni, forze di polizia, enti e forze sociali, la cui collaborazione porta inevitabilmente a vigilare su un territorio che, in assenza di controllo, rischia di tornare a quella situazione di totale sfruttamento, sopraffazione e illegalità diffusa in cui si è consumata la tragedia di Satnam".
Satnam Singh perse un arto in un incidente sul lavoro in un'azienda agricola nelle campagne pontine. Il suo titolare invece di chiamare i soccorsi lo abbandonò davanti e l'uomo morì dissanguato. Per il datore di lavoro scattò l'arresto per omicidio doloso con dolo eventuale: il prossimo primo aprile inizierà il suo processo davanti ai giudici della Corte d'Assise.
Ma altri incidenti sul lavoro hanno funestato questa giornata: nel Salento un cinquantaduenne è rimasto schiacciato da un mezzo pesante durante alcune operazioni di scavo stradale, ferito gravemente alle gambe, mentre nel Milanese alcuni operai hanno accusato lievi malesseri in seguito alla fuoriuscita di una sostanza chimica da laboratorio, venendo evacuati dall'azienda. A Torino, invece, il nome di un imprenditore di origine romena è stato iscritto al registro degli indagati della procura per il caso dell'operaio di 22 anni lasciato davanti l'ospedale con ferite verosimilmente riconducibili ad un incidente in un cantiere edile.
Le due vicende, così lontane ma così simili, mostrano un sistema marcio in cui i lavoratori irregolari vengono sfruttati fino allo stremo e poi abbandonati al loro destino. Intanto, nei campi e nei cantieri d'Italia, la strage silenziosa del lavoro continua.
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