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Cronaca
06 Luglio 2024 - 21:33
Continuano ad accumularsi i colpi sui bancomat del territorio. Dal Canavese alle porte del Torinese sono veramente poche le “macchinette” che negli ultimi mesi sono rimaste inviolate.
E, a conferma di questa tendenza, ad essere stato preso di mira, nella notte tra venerdì 5 e sabato 6 luglio, è stato il Bancomat di Viale Buridani a Venaria. La banda è entrata in azione verosimilmente attorno alle 3 di notte, introducendosi all’interno della filiale della Banca Popolare di Novara.
Ma, a differenza di come ci raccontano gli ultimi fatti di cronaca, questa volta i malviventi sono stati fermati dall’intervento delle forze dell’ordine.
Avvolti dal buio della notte, i ladri sono entrati all’interno della filiale, ma a “disturbare” i loro piani sono stati i carabinieri di Venaria, impegnati nei controlli di rito del week-end, più numerosi rispetto a quelli svolti in settimana.
Viale Buridani a Venaria, dove è stato tentato l'ennesimo colpo a un Bancomat
La banda è fuggita dunque senza bottino, riuscendo soltanto a rompere il bocchettone da cui normalmente fuoriescono le banconote dopo i prelievi.
Attualmente la macchinetta risulta fuori uso e le indagini delle forze dell’ordine continuano per determinare le esatte dinamiche del colpo, questa volta fortunatamente sventato.
Il dato che impaurisce, tuttavia, è quello relativo agli aumenti dei furti (o tentativi) su tutto il territorio: è sufficiente aprire un giornale locale o i corrispettivi siti online per trovare non poche notizie analoghe. Tra i colpi che in questo ultimo periodo hanno fatto più scalpore, quello avvenuto a Settimo Torinese alla Banca di Asti (con un’esplosione che aveva svegliato tutto il vicinato) e quello nella filiale di via Paolo Tesio a San Maurizio Canavese.
Qui, nel giro di una decina di minuti, i malviventi erano riusciti a portare via ben 90mila euro.
Resta da capire se tutti i recenti furti siano collegati o meno, per determinare se quella in azione sia una sola banda che si sposta sul territorio oppure se ci siano più attori, scollegati tra loro, che prendono di mira i presidi locali. Quello che è certo, per il momento, è che in moltissimi casi sia stata utilizzata la cosiddetta “tecnica della marmotta”.
Si ipotizza che il termine, questo nome molto particolare e che fa riferimento al mondo animale, sia stato adottato perché la bomba che viene utilizzata per far saltare in aria gli sportelli emette, prima di esplodere, un “fischio” simile al verso che fa, appunto, la marmotta.
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