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Cronaca

La mafia voleva i soldi europei per l'agricoltura e ha ottenuto 5 milioni

Sospettata la criminalità del foggiano: l'indagine della Procura de L'Aquila

Volevano i soldi destinati alla Pac

Volevano i soldi destinati alla Pac

Hanno simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni e di corrispondenti titoli 'Pac', rilasciati gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli ai nuovi giovani imprenditori agricoli, per intascare milioni di euro dal Fondo Europeo Agricolo di Garanzia: a sgominare il sodalizio criminale, composto da 13 persone, è stata la Guardia di Finanza di Pescara, diretta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di L'Aquila, nell'operazione 'Transumanza'.

Sono 75 le persone coinvolte, di cui 25 sottoposte a misure cautelari personali; sono 16 le perquisizioni e i sequestri preventivi eseguiti in tutta Italia, tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania.

Si sospetta anche la mano della mafia foggiana, e delle organizzazioni criminali del Gargano. Secondo gli investigatori, al lavoro da due anni, le nuove imprese agricole fittizie sarebbero state in combutta con altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per fare incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni.

Le mani della mafia sull'allevamento del bestiame

Le frodi, accertate dai finanzieri, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro. Somme sequestrate a 24 imprese agricole e 38 soggetti, accusati, a vario titolo, di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

A proposito dell'operazione è intervenuto un allevatore storico abruzzese, Nunzio Marcelli, spiegando che "il fenomeno che è stato sollevato è la punta dell'iceberg di un cancro che sta divorando la pastorizia e l'agricoltura in generale: se non si pone riparo soprattutto all'impianto della norma che consente questa forma di speculazione legalizzata presto non ci saranno più aziende zootecniche sane che producono e non aziende che coltivano solo contributi.

Di fatto la norma crea rendite e ha favorito le aziende speculative e non quelle produttive. Le aziende che si sono concentrate nel commercio di questi titoli ('Pac', ndr) poco hanno a cuore le sorti produttive perchè hanno bisogno solo di avere degli animali figurativi".

Il sindaco di Celano e presidente dell'Unione dei Comuni Montagna Marsicana, Settimio Santilli, porterà "all'attenzione di tutti i Comuni soci la necessità urgente di realizzare regolamenti più rigidi per l'assegnazione dei pascoli montani".

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