Scampati alla casa dell'orrore: "Aiutateci a salvare questi 14 cuccioli malati"

"CI SERVE AIUTO! I cucciolotti non stanno per niente bene, ce la stiamo mettendo tutta ma hanno bisogno di tantissimi fermenti lattici, pappe starter e qualcuno che ci dedichi qualche oretta per somministrare medicine e all'evenienza fare qualche flebo. Non facciamo in modo che questo salvataggio sia invano!". 

A lanciare l'appello, disperato, sulla pagina facebook della "Casa del Cane Vagabondo - Rifugio per Animali" di Barbania è Patrizia Ceccarelli, la responsabile della struttura.

Una settimana fa era entrata nella casa dell'orrore di località Pianrastello, a Pont Canavese, per mettere in salvo una ventina di cani tenuti in pessime condizioni igienico-sanitarie.

10 cuccioli sono stati affidati al canile di Caluso, 8 li ha presi in custodia lei.

Pochi giorni dopo, con i volontari, è tornata in quella casa e altri 6 cuccioli sono stati portati in salvo.

"Ora ne abbiamo 14, ma sono tutti malnutriti, ammalati, magrolini", spiega.

Serve aiuto. E in questo senso si stanno mobilitando in tanti. 

Ma i 6 cuccioli portati via per ultimi non sono gli ultimi ad essere rimasti lì: oltre ad una quantità imprecisata di adulti, si trovano sicuramente in quell’edificio una o più cucciolate, che attendono di essere salvate da  una triste sorte.

Perché non sono stati messi in salvo durante il blitz con i carabinieri di Pont Canavese?

Semplice: le forze dell’ordine che hanno operato il sequestro non sono entrate in casa perché il proprietario si era rifiutato di consentire l’accesso. Era stato lui a portar fuori gli animali e quindi aveva probabilmente scelto a caso quali consegnare e quali trattenere presso di sé, senza nemmeno accorgersi che stava dividendo madri dai piccoli.

Ora, non bisogna abbassare la guardia: lì, in quella casa dell'orrore, ci sono altri cani che aspettano di essere salvati. 

Casa dell’orrore in Canavese: salvati una ventina di cuccioli (VIDEO)

Maltrattati e malnutriti, vivevano tra gli escrementi in una casa di frazione Rastello a Pont Canavese. La volontaria: “Ce ne sono ancora altri da portare via”