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Lutto
13 Novembre 2022 - 12:00
Vittorio Vallarino Gancia
Lutto nel mondo dell'imprenditoria vitivinicola astigiana: è morto a 90 anni Vittorio Vallarino Gancia. Per decenni guidò la Gancia, che era stata fondata dal suo bisnonno nel 1850. Nel 1975 fu rapito dalla Brigate Rosse e poi liberato. La data dei funerali non è ancora stata resa nota.
La storia di Vittorio Vallarino Gancia
Dopo la laurea in Scienze Politiche, conseguita all'Università di Torino, e la frequenza a corsi di specializzazione, entra in azienda con un primo incarico all'Ufficio Esportazione. Percorre da quel momento il cammino che l'ha portato al vertice dell'impresa, dal 1967 al 1984 Direttore Generale della Flli Gancia, dal 1973 Amministratore Delegato e, dal 1984, Presidente.
Nel corso del suo iter imprenditoriale non solo dà grande impulso al progresso dell'azienda in campo commerciale ed economico, ma ne compie la trasformazione tecnologica. Fin dal 1968, per primo in Italia, egli crede negli spumanti secchi con il nome di Vìúgno. Da quell'anno, infatti, inizia la produzione del Pinot della Rocca de' Giorgi che diventerà poi spumante D.O.C.
Nel 1980 crea il Pinot di Pinot - selezione dei migliori pinot italiani - aprendo un nuovo ed importante mercato riservato agli spumanti secchi da vitigno, del quale il Pinot di Pinot rimane tuttora il leader. Nel 1984 crea l'azienda Agricola Tenuta Torrebianco S.p.A. di Rutigliano (BA), nella convinzione che in Puglia possano essere creati vini in grado di reggere il confronto con le migliori produzioni italiane ed europee. Egli imposta nella Tenuta una nuova metodologia produttiva che inizia dalla coltura dei vitigni Chardonnay, Pinot, Sauvignon, con avanzate tecniche di impiantamento, per terminare con la vinificazione. Il suo esempio è stato uno stimolo fondamentale per gli imprenditori pugliesi che lo hanno poi seguito, impiantando a loro volta vitigni nobili di qualità. Nel 1989 acquista la Tenuta Viganò (Località Cannubi-Barolo) e produce con le uve dei suoi vigneti, considerati i migliori della zona, un Barolo D.O.C.G. di altissimo pregio, il 'Ca' dei Gancia.
Erano gli anni di piombo. Un nucleo armato delle Brigate Rosse sequestrò il mattino del 4 giugno 1975 sequestra l'industriale Vittorio Vallarino Gancia, figlio del proprietario dell'omonima casa vinicola, al fine di ottenere un riscatto con cui finanziare l'attività dell'organizzazione terroristica per la lotta armata.
La cascina Spiotta d'Arzello dove le Brigate Rosseavevano trasferito Gancia dopo il sequestro. Il 5 giugno 1975 una pattuglia dei carabinieri raggiunse la cascina.
Il sequestro si concluse il giorno successivo quando i rapitori incaricati della detenzione dell'ostaggio furono individuati da una pattuglia dei carabinieri che fece irruzione nella cascina Spiotta d'Arzello, vicino ad Acqui Terme, dove era tenuto nascosto Gancia. Lo scontro a fuoco con l'impiego di armi automatiche e bombe a mano causò la morte dell'appuntato dei carabinieri Giovanni D'Alfonso e della terrorista Margherita Cagol, capo del nucleo brigatista e moglie di Renato Curcio, oltre al grave ferimento di altri due carabinieri, tra cui il tenente Umberto Rocca che perse un braccio e un occhio; l'ostaggio venne liberato incolume.
Gancia dopo la liberazione.
Il sanguinoso avvenimento, i cui dettagli non sono mai stati precisati completamente, ebbe profonde ripercussioni per la storia delle Brigate Rosse: esacerbò il risentimento e la violenza del gruppo terroristico e segnò il passaggio a una fase più cruenta della lotta armata.
COMMENTI
"Con la morte di Vittorio Vallarino Gancia perdiamo un imprenditore che ha portato il Piemonte nel mondo. Erede della famiglia che di fatto ha inventato lo spumante italiano, per decenni è stato tra i protagonisti dell'industria italiana. Mi unisco al cordoglio dei piemontesi ed esprimo sentimenti di vicinanza alla famiglia". Così, in una nota, il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo.
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