“Il dirigente scolastico del Fermi-Galilei sta facendo qualcosa di illegittimo, di imbarazzante, di profondamente sbagliato. Sta punendo, in sostanza, chi non ha pagato il contributo volontario (che, come dice il nome, non è obbligatorio) impedendogli di partecipare al viaggio d’istruzione. È una sorta di misura di avvertimento, quasi una minaccia”. Il “caso” dell'istituto Fermi-Galilei di Ciriè, riguardante i viaggi d’istruzione collegati ai contributi volontari, arriva fino ai banchi del Parlamento della Repubblica. A portarlo all’attenzione nientepopodimeno che del Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, è una deputata piemontese del Movimento 5 Stelle, Silvia Chimienti. Lo fa con un’interrogazione parlamentare in cui cita espressamente l’istituto superiore ciriacese: “Il caso più eclatante - si legge nel documento, che fa riferimento in generale al fenomeno della ‘pretesa’ del contributo volontario da parte delle famiglie - è quello dell'Istituto di Istruzione Superiore «Fermi – Galilei» di Ciriè, in provincia di Torino, il quale mediante la circolare numero A123/15 del 15 gennaio 2016 avvisa che non saranno autorizzati i viaggi di istruzione e le uscite di più giorni, per i quali le famiglie devono versare un contributo con espressa indicazione in causale del viaggio, per le classi per le quali non risulti regolare il versamento del contributo scolastico”; la vicenda dell'istituto scolastico piemontese è stata anche oggetto di un articolo, pubblicato il 26 gennaio 2016 sul settimanale del Piemonte «La Voce»”. La “pietra dello scandalo”, per chi se la fosse persa, è una circolare redatta lo scorso 15 gennaio dal dirigente Giuseppe Volpe. Una circolare in cui si comunica che l’istituto non avrebbe autorizzato “viaggi d'istruzione/uscite di più giorni, il cui costo è a carico delle famiglie, delle classi per le quali non risulti regolare il versamento del contributo scolastico". Niente contributo (volontario)? Allora niente viaggio d’istruzione. Silvia Chimienti, insegnante, il mondo della scuola lo conosce bene. “È da quando siamo entrati in Parlamento che combattiamo sul tema del contributo volontario - racconta, spiegando il motivo del suo attacco contro il dirigente Volpe -. Nonostante la legge sia molto chiara, questo contributo sta via via diventando obbligatorio, oltre che sempre più oneroso. Di fatto, però, chiedere soldi al momento dell’iscrizione vuol dire che la scuola non è più statale: diventa privata”. Nulla, nemmeno i conti disastrati, giustificano un atteggiamento del genere secondo Silvia Chimienti. “Per quanto la scuola possa essere economicamente in difficoltà, prendersela con i ragazzi non è un comportamento che un dirigente scolastico dovrebbe tenere”. Il motivo è molto semplice: secondo il ragionamento della deputata, si potrebbero creare situazioni in cui alcuni potranno andare e altri no. “Un fatto, questo, altamente discriminatorio. D’altronde, come dice la circolare ministeriale n. 291 del 1992, la finalità dei viaggi d’istruzione è far partecipare tutti, non escludere qualcuno sulla base del suo reddito. Quella creatasi è una situazione terribile e imbarazzante. Il consiglio d’istituto e i rappresentanti dei genitori dovrebbero muoversi e protestare contro questa decisione”.
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