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Quella “volpe di San Giorgio”. Bettazzi sapeva già tutto..

Quella “volpe di San Giorgio”.  Bettazzi sapeva già tutto..

ARRIGO MIGLIO MONSIGNORE

Domenica 29 maggio ad Albiano il tempo era incerto. Da una finestra della sua casa in Serra, monsignor Luigi Bettazzi scrutava il cielo, forse per cercare un raggio di sole tra le nuvole. L’emerito ha poi consumato la colazione: pane e marmellata, ma senza burro, e una tazza di caffelatte. Bettazzi sapeva che il suo ex numero due Arrigo Miglio sarebbe diventato cardinale. Lui che già mesi prima aveva predetto la rinuncia di Ratzinger, non poteva non conoscere i nomi dei nuovi porporati.  Aspettava solo l’annuncio del Papa per telefonare e complimentarsi con il suo ex pupillo. Gran conoscitore dell’animo umano, quindi anche di quelli dei preti, della Curia Romana e dei meccanismi che la regolano, sull’elevazione alla porpora di Miglio, Bettazzi ne era pressoché certo. Almeno fin da quando il vescovo di San Giorgio Canavese, lasciata Cagliari per limiti d’età, era approdato a Roma con l’incarico di dirimere e moderare fughe troppo in avanti dei monaci della Basilica di San Paolo Fuori le Mura, ultimo grattacapo per Francesco.  Bettazzi lo intuiva, Miglio avrebbe centrato l’obiettivo perché il suo acume sarebbe emerso dalla melma mediocre dell’attuale burocrazia vaticana.  Miglio, la “volpe di San Giorgio”, come maliziosamente è stato appellato da qualche prete canavesano un po’ invidioso, appare come una persona mite, dai toni pacati; solitario e riflessivo. Capace di ottenere senza pretendere e a volte senza neppure chiedere. Così è stato quando è diventato vescovo, così è stato per il cardinalato, anche se ottenuto alla soglia degli ottant’anni, il limite di età che gli impedirà di sedere in Cappella Sistina nel prossimo Conclave. 
Bettazzi Monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito d'Ivrea
Ma non si dica che l’allievo abbia superato il maestro (ammesso che Bettazzi sia mai stato il suo mentore).  Già, perché l’emerito, in un certo senso, cardinale lo è “in pectore” (sono i porporati scelti dal papa in segreto e di cui non si rende pubblica l’identità), almeno da quarant’anni.  Perché Bettazzi appartiene ad una Chiesa dei giganti che non c’è più. A quella che, almeno per ciò che riguarda il Sacro Collegio, annoverava personalità quali i cardinali Michele Pellegrino, Giuseppe Siri, Giovanni Benelli, Salvatore Pappalardo, Agostino Casaroli, Giovanni Bertoli, Achille Silvestrini, Franz König, Stefan Wyszyski, senza dimenticare Albino Luciani, Carol Wojtyła e Joseph Ratzinger poi divenuti pontefici. Personalità di rilievo, di primissimo piano, non solo all’interno della Chiesa, ma nella società civile dei loro Paesi. Oggi, purtroppo, di il sacro collegio e composto da figure di seconda e terza linea (sembra questa la scelta di Francesco). 
CARDINALE GIUSEPPE BERTELLO PRESIDENTE GOVERNATORATO DELLO STATO DELLA CITTA' DEL VATICANO
Per cui dell’esistenza dei cardinali, l’opinione pubblica ne viene a conoscenza solo se qualcuno di loro, come nei casi di Becciu, Pell e McCarrick, è sospettato d’aver compiuto qualche marachella. Certo è che, per tornare ai fatti nostri, il Canavese si conferma terra prolifica di vocazioni, non tanto di preti, ma certamente di cardinali, che oggi sono tre: Arrigo Miglio (di San Giorgio Canavese), Tarcisio Bertone (di Romano) e Giuseppe Bertello (di Foglizzo). Ma, ahimè, nessuno di loro parteciperà al prossimo conclave, per raggiunti limiti di età. Sotto la Serra la partita che entusiasma di più i preti, invece, sembra essere un’altra e riguarda la successione di monsignor Edoardo Aldo Cerrato come vescovo sotto le “Rosse Torri”. 
TARCISIO BERTONE
Il suo mandato scadrà tra due anni e c’è chi sgrana il rosario perché non vi siano proroghe, ma è difficile che ciò non avvenga.  Cerrato proseguirà nel suo incarico ancora per quattro anni, anche perché un successore con le “carte in regola”, almeno in diocesi, attualmente non c’è.  Non può essere vescovo l’intraprendente don Davide Smiderle, perché, pur parroco di Duomo a Chivasso, non può vantare ancora l’incarico di vicario. Non può ambire alla cattedra di San Savino neppure monsignor Massimo Ricca Sissoldo che al contrario di don Smiderle, è stato vicario, ma mai arciprete in cattedrale. Insomma, se inaspettatamente Cerrato lasciasse a 75 anni, il successore arriverebbe certamente da fuori.

di Beppe Alberico

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