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CHIVASSO. Chi ha sollecitato l’Anpi a festeggiare il 21 marzo? L’Europa è democratica?

CHIVASSO. Chi ha sollecitato l’Anpi a festeggiare il 21 marzo? L’Europa è democratica?

Anpi

Carissimi Milani e Napoli, nel comunicato che avete firmato come presidente e vicepresidente dell’ANPI di Chivasso, pubblicato la settimana scorsa in queste pagine, manca un’informazione a mio avviso importante: chi ha invitato l’ANPI, Associazione Partigiani d’Italia, a celebrare il 21 marzo la festa dell’Europa, o meglio la celebrazione di San Benedetto “patrono dell’Europa” insieme al Movimento Federalista Europeo e al Centro Studi sul Federalismo Europeo di Chivasso? Vale a dire con associazioni che sono fervidi sostenitrici non solo dell’”Europa”, qualunque cosa voglia dire, ma anche dell’Unione Europea? Pure il Comune di Chivasso, coorganizzatore della celebrazione, sostiene l’Unione Europea: lo si ricava dal comunicato pubblicato nel suo sito. 

Ci immaginavamo l’ANPI di Chivasso impegnata a organizzare il 25 aprile e ad allestirne una celebrazione non rituale, o intenta a organizzare altre iniziative coerenti con la propria missione, che non mi sembra comprendere il sostegno all’Unione Europea. Nella presentazione “Chi siamo”, che compare nel sito dell’ANPI nazionale, l’Europa e l’Unione Europea non sono nemmeno menzionate.  Perciò si ripropone la domanda: chi ha sollecitato l’ANPI a festeggiare il 21 marzo?

E perché festeggia? C’è forse qualcosa da festeggiare? O piuttosto sarebbe opportuno sottoporre ad analisi critica questa “Europa”? Approfondire l’argomento, all’interno dell’associazione e all’esterno con dibattiti pubblici. E caso mai progettare qualche iniziativa militante per esigere dei mutamenti negli ordinamenti europei, sia nelle istituzioni sia nelle norme.

Consideriamo le istituzioni. Nel sito nazionale dell’ANPI si afferma che l’associazione è impegnata a custodire e attuare i valori della Costituzione “quindi della democrazia”. Ma l’”Europa” è democratica? Mica tanto. Basta pensare agli scarsi poteri del Parlamento europeo, che ha pochi strumenti per controllare gli organi di governo quali la Commissione e il Consiglio. Coerentemente con la sua ispirazione, più che celebrare l’Europa l’ANPI potrebbe battersi per la sua democratizzazione. 

Consideriamo poi le norme che regolano l’Europa, o meglio l’Unione Europea: il Trattato di Maastricht del 1992 e i trattati e le disposizioni successive. E le tante altre norme che hanno imposto ai paesi aderenti l’”austerità” criticata nel comunicato dell’ANPI di Chivasso. L’”austerità” che ha “creato grossi problemi sulle condizioni di molte famiglie”. E sì, proprio grossi problemi: le norme dell’Unione europea si sono abbattute sul nostro stato sociale e lo stanno distruggendo. Ma il nostro welfare state scaturisce dai diritti sociali contenuti nella Costituzione nata dalla Resistenza: ci si aspetteremmo che Milani e Napoli conducano una battaglia per difendere quei diritti, anziché andare in giro per Chivasso avvolti nella bandiera europea.

Che questa Europa avrebbe demolito i diritti sociali enunciati dalla Costituzione lo previde persino il ministro del Tesoro Guido Carli, già governatore della Banca d’Italia.  Pur firmando convintamente il Trattato di Maastricht, Carli ammise nelle sue memorie: “è difficile accettare con animo leggero il fatto che l’obiettivo della stabilità dei prezzi sia indicato senza alcun riferimento al livello occupazionale e, dunque, al benessere delle comunità che si sono date questa nuova costituzione monetaria”. Il trattato era quindi in contrasto con la nostra Costituzione, che nell’articolo 4 recita: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto”.

E’ persino scontato citare in proposito il compianto Luciano Gallino, che giudicava l’austerità una “guerra di classe”. Secondo il vecchio olivettiano le politiche di austerità “violano diversi articoli della nostra carta”: soprattutto quelli riguardanti i diritti sociali, come gli articoli 36 e 38. L’attività della Troika, della quale fa parte la Commissione  europea, comporta “una massiccia violazione dei diritti umani”. Affermazioni che non possono non far pensare alla terribile punizione inflitta alla Grecia (i prossimi siano noi?).

Milani e Napoli citano Altiero Spinelli. Benissimo: nel Manifesto di Ventotene leggiamo che “la rivoluzione europea… dovrà essere socialista, cioè dovrà proporsi l’emancipazione delle classi lavoratrici e la realizzazione per esse di condizioni più umane di vita”. Purtroppo l’attuale “Europa” dell’austerità non ha niente a spartire con qualche forma di rivoluzione socialista o socialdemocratica. Questa è l’Europa “liberista” della macelleria sociale. Per questo dall’ANPI ci si aspetterebbe una critica a questa Europa. Non c’è molto da festeggiare, oggi in Italia: metteva disagio l’annuncio che l’ANPI avrebbe fatto festa sventolando gioiosamente la bandiera europea.

Per questo sarebbe interessante sapere chi ha invitato l’ANPI a partecipare ai festeggiamenti. Faccio un’ipotesi: qualcuno è arrivato da Palazzo Santa Chiara, dai dintorni dell’amministrazione comunale e del partito che la sostiene, e ha chiesto all’ANPI di aderire. E i nostri combattivi eredi della Resistenza e difensori della Costituzione non ci hanno pensato due volte: ci sono andati di corsa. Salvo, a posteriori, mandarci una contorta lettera di giustificazione. Una lettera che dà un colpo al cerchio e un colpo alla botte. A che serve un’ANPI così?

Piero Meaglia

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