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CHIAVERANO. Fiorentini: "Quel gran caos dei tamponi"

Dopo il caso sollevato dal sindaco di Bollengo, Luigi Sergio Ricca, che ieri ha scritto all'Asl per segnalare di persone segregate in casa da oltre un mese perché ancora in attesa del tampone di controllo, un'altra voce si leva per denunciare tutte le falle di un sistema che non sta funzionando. Si tratta del sindaco di Chiaverano, Maurizio Fiorentini che sbotta: "In paese ho 6 casi positivi e sei problemi diversi". Diciamo che a Chiaverano l'approccio con l'emergenza sanitaria era avvenuta nel peggiore dei modi. Il sindaco aveva scoperto dal tabaccaio che in paese c'era un caso positivo. Il primo caso positivo. E' successo più di un mese fa e di quel caso ancora non c'è nessuna comunicazione dall'Asl: "Quella donna si è ammalata, è andata in ospedale, è stata dimessa tornando a casa per le cure, madre è morta di Covid, ma per l'Asl risulta ancora "non pervenuta". E io come dovrei comportarmi? Chi doveva rispettare la quarantena in quella famiglia? A qusi due mesi di distanza e in totale assenza di sintomi, quella donna è guarita? Perché non arrivano i tamponi di controllo?" Ma non è finita qui, ad aver contratto il Covid-19 c'è un negoziante di Chiaverano: "E' risultato positivo circa un mese fa. Tutta la famiglia è risultata in quarantena e sono stati costretti a chiudere il loro negozio di alimentari. Da circa 15 giorni lui sta bene, è guarito, ma neppure a lui sono stati fatti i tamponi. Finché non verrà dichiarato guarito dall'Asl nessuno della sua famiglia potrà uscire di casa e non potranno aprire il negozio. Un bel problema". E poi c'è il caso della donna che, presentando tutti i sintomi del Covid, dopo alcuni giorni di rimpalli di responsabilità e tamponi che non arrivavano, ha preso l'auto ed è andata in ospedale per farsi sottoporre ai controlli risultando positiva. L'ultimo caso, invece, riguarda un anziano domiciliato in una casa di Riposo di Moncrivello: "Essendo residente a Chiaverano risulta tra i 6 positivi del paese. Ma questo signore è morto tre giorni fa. E' morto per i suoi familiari, è morto per l'ufficio anagrafe. E' morto per il funerale che gli hanno fatto. Ma non per l'Asl che continua a segnalarmelo tra i casi positivi". Poi Fiorentini allarga le braccia: "Se con pochi caso abbiamo questi problemi devo dire che la cosa mi preoccupa molto in quanto mi viene da pensare che i tamponi a domicilio non vengano proprio fatti e che, quindi, le statistiche giornaliere hanno un valore del tutto effimero. Ma, a parte le statistiche sballate, non è più accettabile che persone guarite da 15 o 25 giorni non possano uscire di casa. Di certo non usciremo a questa situazione e npn potremo passare alla cosiddetta fase 2 se non mi mettono certezze sui reali positivi e sui guariti".
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