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CASTELLAMONTE. Bersano: "Castellamonte ha bisogno di un sindaco responsabile"

L ei ci sarà alle prossime elezioni comunali. Al fianco di Pasquale Mazza Ne sosterrà la candidatura a sindaco. Roberta Bersano chiuderà, così, una parentesi di dieci anni passata in un’Amministrazione di centro destra. Un percorso che, alla fine, l’ha vista uscire dalla giunta, in netto contrasto col sindaco Paolo Mascheroni e col vice e potenziale successore Giovanni Maddio (già, perché ci sarà anche lui, con una lista tutta sua, alla prossima tornata, nella primavera 2017). Roberta Bersano, 46 anni, mamma di due ragazzi, è nata e cresciuta nella frazione San Giovanni dei Boschi nel cui tessuto sociale e aggregativo, fin dall’età di 17 anni, è sempre stata attiva. Presidente dell’Associazione Agricolo Operaia, volontaria nel Comitato di San Giovanni, ha sempre preferito tirarsi su le maniche anziché far politica. E infatti non ha mai avuto tessere di partito, se non per un breve periodo, appena eletta, nel 2007, quando si era iscritta a Forza Italia perché anche il resto della maggioranza vi era iscritta. “Ma quando ho capito che mi interessava amministrare, che mi interessava fare politica - ci racconta -, ho abbandonato, anche se credo che la politica abbia una importanza all’interno di una democrazia. Ma certamente la politica come viene fatta oggi non mi piace, come non piace a molte altre persone”.  Quello che si propone di fare, a sei mesi dal ritorno alle urne, è ripartire, ritrovare ed anzi rinvigorire le motivazioni e la voglia di fare degli inizi, chiudendo la porta di un’esperienza che avrà anche riservato delusioni e qualche dispiacere ma che, ormai, è acqua passata. Cosa ti aveva spinta a candidarti nel 2007? Mi aveva cercata Mascheroni . La macchina burocratica ed amministrativa mi era assolutamente sconosciuta. Ho accettato perché era da tempo che la mia frazione non era rappresentata,ho deciso di mettermi in gioco, di metterci la faccia. Dopo qualche mese però, ho capito che le esigenze della mia frazione benché importanti,erano gocce a confronto degli enormi problemi che c’erano ovunque. Di che tipo? Nel primo mandato oltre ad essere consigliere delegato della frazione San Giovanni occupandomi principalmente della manutenzione ordinaria, mi occupavo insieme al vicesindaco Garaffa, delle politiche giovanili. C’era una buona sinergia, vedevamo che Castellamonte era una comunità poco attiva , bisognava partire nel creare qualcosa, così è nato il centro di aggregazione; in collaborazione con il Comune di Ivrea, in quegli anni capofila, si sono sviluppate tante idee, la Carta Giovane ne è stata un esempio. Purtroppo con l’uscita di Fabio dall’amministrazione, è stato azzerato tutto. Avevo seguito anche il settore dell’istruzione e mi sono resa conto di quanto le manutenzioni ordinarie fossero carenti. È inutile creare nuove strutture, quando non pensiamo a mantenere ciò che già esiste. A chi imputi la carenza di manutenzioni, ad entrambe le amministrazioni, di centro destra e centro sinistra? Non voglio incolpare nessuno ma di sicuro c’è stata una leggerezza, forse, diffusa, nel non vedere le vere criticità che dobbiamo affrontare. Riguardo al clima all’interno della maggioranza, abbiamo assistito ad una parabola discendente dei rapporti tra te e il resto della giunta. Che cos’è successo? Io ho dato fiducia al candidato sindaco. Non lo conoscevo quasi, all’inizio. Per il secondo mandato, pur avendo qualche perplessità, ci siamo affrontati a tu per tu, più volte, e ho detto che avrei appoggiato la sua figura ma che avrei voluto evitare meccanismi per cui dietro di lui ci sarebbe stato qualcun altro a gestire la situazione. E quello che temevo è accaduto. Mascheroni si è rivelato un sindaco “debole” oppure quello che non ti è piaciuto è stata la voglia di prevaricare del vicesindaco Maddio? Il fatto di affidarsi ad una unica figura ha provocato la conseguenza che le proposte di tutti gli altri assessori sono state messe da parte, senza neanche prendere in considerazione se fossero giuste o sbagliate. Quando portavo la giunta a conoscenza di certe problematiche mi sentivo sempre rispondere che “non ci sono i soldi”. Tutti gli anni, prima del bilancio, presentavo l’elenco preciso e puntuale delle somme occorrenti per le manutenzioni ordinarie. Un lavoro enorme, che ho svolto con passione, ma che alla fine è stato cestinato. Questo non solo ha svilito l’impegno profuso ma mi ha anche messo nella posizione di non poter soddisfare l’elettorato che ha creduto nella mia candidatura, oltretutto causando un aggravamento delle situazioni perché, non avendo provveduto a quelle manutenzioni ordinarie, prima o poi il comune dovrà prevedere delle uscite per delle manutenzioni straordinarie e quindi più onerose. Un esempio? Per le solette della scuola primaria si è intervenuto solo nel momento dell’emergenza, quando si poteva fare molto prima. E’ un esempio tra tanti. Il risultato è che questa situazione ha incancrenito i rapporti. Non parlo del piano personale ma puramente a livello amministrativo. Tu dici che i rapporti sono peggiorati per questioni amministrative. Però in consiglio comunale Mascheroni se n’è uscito con quell’appellativo poco felice, ti ha dato dell’ “oca”… cosa pensi di lui, a questo punto? È il suo modo di difendersi, aggredire e offendere, soprattutto se dall’altra parte c’è una figura femminile, le donne che amministrano non contano, peccato poi si penta e chieda scusa, il classico esempio di colui che piange sul latte versato. Resta che questa affermazione è stata detta in una riunione pubblica, al che ho chiesto che venisse messa a verbale, ma non è stato fatto. È questione di trasparenza, questi anni li ho trascorsi sempre così con la sensazione che le cose non fossero mai chiare. Ma perché ti sei isolata invece di fare sponda con qualcun altro della giunta? Voglio dire, anche Nella Falletti è tra i delusi. Non mi sono isolata: io mi sono sentita isolata. Il fatto è che, anche se ci sono altri assessori scontenti, davanti all’ultimatum del sindaco che pretendeva da me che stessi zitta e non rompessi le scatole ma fossi grata per l’incarico che mi dava in giunta, a quel punto ho dovuto scegliere. E ho scelto di uscire da quella giunta, di non poter rientrare in un gruppo del genere. Cosa pensi di Nella Falletti? Penso che abbia sempre lavorato per la comunità e ha cercato di portare migliorie nel suo settore. Si è spesa tantissimo da fare per la mostra della ceramica in questi anni malgrado tantissimi problemi dovuti alla carenza di risorse economiche. E non ha mai fatto nulla per interessi personale. Chapeau. Eravate anche le due uniche donne in maggioranza, perché non avete pensato ad una lista insieme? Ne abbiamo anche parlato, davanti a un caffè, ma senza mai concretizzare. Intanto ho ricevuto il sostegno da altre persone, da cittadini, e ho cominciato a partecipare ad altre riunioni in cui ho sempre fatto sentire la mia voce. Quand’è che Mazza ha cominciato ad invitarti a partecipare ad un tavolo con loro? Abbiamo sempre condiviso un determinato percorso, seppure io in maggioranza e lui in minoranza: l’idea di un’amministrazione trasparente, di progetti concreti e non di promesse facili, la voglia di ripartire dalle piccole cose. E’ la base da cui è nato il mio rapporto con Pasquale. C’è anche Garaffa. Come siete finiti entrambi in questo gruppo? Fabio ha cercato a suo tempo di modificare questo sistema, non ci è riuscito. Ci siamo trovati alla serata di due lunedì fa, in cui è stato presentato il gruppo. Ci siamo rivisti dopo diverso tempo. La base è la medesima: la voglia di cambiare le cose. Il gruppo si è formato piano piano grazie al coinvolgimento di tante persone che hanno voglia di essere coinvolte. Quindi tu ci sarai alle prossime elezioni… E’ quasi scontato. Se dovessi definire questa nuova lista? E’ una creatura completamente nuova. Le persone arrivano da estrazioni sociali, da movimenti politici completamente diversi, dal semplice tessuto dei cittadini. Allora, probabilmente ci saranno diverse liste ma, anche per il fatto che non sappiamo ancora se Nella Falletti si candiderà, la sfida al momento è con Maddio. Perché i castellamontesi non dovrebbero votarlo? Castellamonte ha bisogno di un sindaco responsabile e che sappia pensare concretamente, vedere le reali esigenze della città. Con Maddio ci sarà anche l’assessore uscente Giuseppe Tomaino. Di lui che opinione hai? E’ una persona che ha potenzialità e credo che in un ambiente diverso potrebbe dare molto di più. Non è valorizzato come meriterebbe. Dopo due mandati di una amministrazione prettamente maschilista, la vostra lista proporrà una distribuzione più equilibrata tra uomini e donne? Me lo auguro. Io credo che le donne possano portare una sensibilità diversa, possano offrire anche altri punti di vista. Oltre alle manutenzioni c’è qualche obiettivo che hai a cuore e tieni che venga inserito nel programma? Sicuramente all’orizzonte abbiamo uno scenario complicato. La mia prerogativa sarà mettere a disposizione questi dieci anni di esperienza illustrando al gruppo di quali siano i temi già sul tavolo. Senza dimenticarci che i problemi forti si stanno riscontrando sul sociale. Dovremo affrontare sicuramente i temi della crisi e dell’immigrazione. Tu comunque continuerai a rappresentare San Giovanni. C’è bisogno di riallacciare di riallacciare il rapporto tra la frazione, o le frazioni, e il capoluogo? E’ fondamentale. Le frazioni sono otto e ho sentito spesso i residenti lamentarsi di una distinzione tra frazioni di serie A e di serie B e devo, ahimè, constatare che è assolutamente vero. Ci sono delle frazioni dove gli interventi sono prioritari sempre, dal decespugliamento al sedime stradale. Altre che, invece, devono mettersi in lista d’attesa.  Proprio venerdì scorso ho protocollato una lettera in cui evidenzio alcuni problemi della mia frazione. Alla base manca la volontà amministrativa di fare programmazione. Il comune non è un ente che deve lavorare a chiamata. E soprattutto non a chiamata dell’amministratore. Perché questo dà se non altro adito a personalismi e non dà la sensazione al cittadino di essere trattato come tutti gli altri. A questo proposito la situazione sta diventando esplosiva, e lo stiamo vedendo, a Spineto, dove si sono create divisioni. L’Amministrazione ha delle responsabilità? Non voglio puntare il dito. Di certo c’è che un’amministrazione deve essere superpartes, dovrebbe porsi in un ruolo di mediazione e di equidistanza.
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