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13 Febbraio 2017 - 09:47
Il popolo interista ha scelto la 'panolada', migliaia di fazzoletti bianchi sventolati a San Siro per protestare contro l'arbitraggio di Rizzoli una settimana fa nella partita dei veleni contro la Juventus. Il club invece ha preferito un profilo più basso, ma è chiaro che la specie di 'auto-moviola' con cui l'arbitro si è assolto davanti alle telecamere de Le Iene è apparsa quanto meno inusuale.
Il ds Piero Ausilio, prima della partita contro l'Empoli, ha preferito non commentare. Messi al sicuro i tre punti, lo ha fatto Stefano Pioli. "Una cosa così non l'ho mai vista, è sicuramente particolare, l'ho preso con un po' di sorpresa. Io a Rizzoli ho detto quello che pensavo a fine partita ed è finita lì", ha notato l'allenatore nerazzurro, senza commentare le dichiarazioni dell' arbitro secondo cui la reazione dell'Inter era legata al tentativo di far ridurre le squalifiche di Perisic e Icardi: "Quando incontrerò Rizzoli ne parleremo".
L'umore di Pioli è certamente migliore rispetto a domenica scorsa, anche se al 30' si è innervosito non poco quando l'arbitro Celi ha sorvolato su un contatto sospetto in area ai danni di Eder. "Cosa ho pensato? Che siamo una delle squadre con il baricentro più alto, più pericolose in attacco ma di rigori non ce ne fischiano: arriveranno...", ha sorriso amaro l'allenatore, che in settimana ha motivato i giocatori appendendo in palestra un cartello con scritto 'Champions? 15 partite, 13 vittorie. Per noi nulla è impossibile'. "Era importante reagire dopo una settimana complicata e sono contento - ha spiegato -. Dobbiamo cercare di motivarci e di restare attaccati alle nostre ambizioni. Sarà un percorso difficilissimo ma vogliamo continuare a pensare di vincerle tutte e dare sempre il massimo, perché stiamo diventando una squadra competitiva".
Per la trasferta di Bologna Pioli spera di recuperare Brozovic e Banega, e rischia di dover fare i conti con un altro infortunio, quello di D'Ambrosio, sostituito a fine primo tempo e finito in ospedale per controlli dopo un trauma addominale. E' stato invece subito archiviato lo sfogo di Palacio, che al momento della sostituzione si è seduto in panchina imprecando e lamentandosi, probabilmente infuriato con Candreva. "Palacio era arrabbiato perché è un puntiglioso, mi piace che un giocatore sia così - ha minimizzato Pioli -. Un paio di ripartenze si potevano gestire meglio. Ci sta uno sfogo così".
Qualche minuto di 'panolada' sugli spalti e un gol per tempo all'Empoli. L'Inter archivia così una settimana di veleni post-Juventus e riprende la marcia verso la Champions League dopo due sconfitte consecutive fra campionato e coppa Italia. La sfida di Torino, il disappunto per le decisioni e le dichiarazioni di Rizzoli sono destinati a restare un capitolo importante della stagione nerazzurra, ma intanto Pioli ottiene la reazione che sperava dalla sua squadra, lucida e cinica, con la solita identità nonostante le pesanti assenze.
L'Empoli non ha giocato certo alla morte la prima partita di un trittico tremendo (ora ci sono Lazio e Juve), ma le insidie non mancavano per l'Inter, a partire dal rischio di farsi distrarre dalle polemiche e innervosire dal primo errore di Celi, che dopo mezz'ora ha sorvolato su una maldestra spinta in area di Diousse su Eder, scatenando in tribuna una nuova protesta 'alla spagnola' con i fazzoletti bianchi sventolati, a cui ha partecipato in panchina anche Biabiany sventolando una maglietta.
Fra squalifiche e infortuni (Andreolli all'ultimo dà forfait per febbre), Pioli non aveva grandi scelte e per la prima volta in campionato i nerazzurri dovevano rinunciare a Icardi, nonché a Banega, Perisic e Brozovic, gli autori di circa il 70% dei gol. Hanno pesato più le assenze a centrocampo, dove non ha brillato Kondogbia (a Bologna sarà squalificato), che quella del bomber argentino. Joao Mario ha recitato bene il ruolo di trequartista e a far gol questa volta ci hanno pensato Eder (al 14', spingendo la palla in rete di petto) e Candreva (al 9' della ripresa, al volo ha sfruttato trasformando un preciso assist dell'oriundo).
Il risultato sarebbe stato ben più largo del 2-0 se Skorupski non avesse compiuto almeno tre parate difficili su Palacio e Gagliardini. L'intervento più complicato e decisivo, però, è stato di Handanovic, spettatore non pagante per un tempo (nel riscaldamento ha avuto un problema all'occhio destro), e strepitoso 8' dopo l'intervallo nel neutralizzare un tiro ravvicinato di Krunic.
Nonostante la verve di El Kaddouri, l'Empoli non è riuscito a riaprire la partita e subito dopo Candreva l'ha chiusa, sfruttando l'ennesima incertezza della difesa toscana. Da lì alla fine la squadra di Martusciello ha avuto pochi sussulti, mentre sul fronte interista la ricerca del terzo gol frustrava Palacio, furioso al momento della sostituzione (29'), probabilmente con Candreva che in un paio di occasioni non lo ha servito come avrebbe voluto. Al posto dell'argentino è entrato Gabigol, beniamino del pubblico di San Siro che lo ha sommerso di applausi nonostante abbia combinato nulla di particolare. Più interessante è stato il debutto in Serie A di Pinamonti, diciassettenne goleador della Primavera nerazzurra, entrato subito nel vivo della manovra. Con i vani tentativi di Gagliardini e Miranda di segnare il terzo gol si è chiusa l'ultima partita raccontata su Radio Uno da Riccardo Cucchi prima di andare in pensione. "Questa volta - si è congedato la storica voce di 'Tutto il calcio minuto per minuto', omaggiato dai club e dai tifosi - è davvero tutto".
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