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BORGOFRANCO D'IVREA. “Eracle”, il nuovo libro di Francesco Marando

BORGOFRANCO D'IVREA. “Eracle”, il nuovo libro di Francesco Marando

Francesco Marando ha 29 anni

BORGOFRANCO D'IVREA. Ha 29 anni, vive a Borgofranco d’Ivrea e ha appena pubblicato il suo nuovo libro: “Eracle”. Parliamo di Francesco Marando, giovane promessa delle letteratura italiana. 

Di sé racconta: “Lavoro come istruttore per la Scacchistica Eporediese e ho sempre avuto una passione per le scienze strategiche, ovviamente, e la storia, l’età classica in particolare”.

Quando ha iniziato a scrivere?

“L’amore per la scrittura è sbocciato dopo la lettura del “grande giocatore” di Antonio Spinosa. Quel libro possedeva un’eleganza e una chiarezza espositiva tali che mi spinsero a scrivere un breve saggio su Giulio Cesare.

Purtroppo, avevo circa 12 anni ed ero sprovvisto della maturità necessaria per realizzare un progetto tanto ambizioso. Mi rassegnai a far fare alla natura il suo corso e, nel frattempo, portai avanti i miei studi storici fino al secondo anno alla facoltà di beni culturali.

Pur avendomi insegnato tanto, il mondo accademico presto non riuscì a fornirmi più i giusti stimoli e, intanto, l’assopito formicolio della scrittura era tornato a solleticarmi. Ora sapevo di possedere le capacità per la stesura di un romanzo. Iniziai a scrivere e, con mia grande sorpresa, riuscii a finire una sorta di commedia latina ispirata al Satyricon di Petronio”. 

Qual è stato il suo primo libro?

“Il mio primo libro si intitola la Commediola Riflessiva, mi spronò ad abbandonare quello che per me era ormai diventato un terreno sterile e a concentrare tutte le energie verso il mio obiettivo: la scrittura”.

Perché proprio Eracle?

“L’idea del libro su Eracle mi venne leggendo Omero. Nell’Iliade ci si riferisce a lui come il più grande tra gli eroi della generazione passata. Il passo mi colpì: come poteva l’Alcide suscitare un tale rispetto in quegli “uomini” oggi annoverati tra i più grandi? Il verso dell’Iliade mi fornì anche l’ambientazione. Eracle compì le sue imprese all’incirca nel 1180 a.C., attraversando i regni micenei che ho provato a ricostruire tramite ricerche su siti, ritrovamenti e la lettura delle tavolette redatte in lineare B ritrovate a Micene, Tirinto, Pilo e Cnosso.

Per la narrazione, invece, ho riunito le dodici fatiche in un unico testo, riordinando le differenti versioni e intrecciandole con altri miti.

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