Giovedì sera il consiglio comunale di Settimo si è chiuso con tutti che si davano delle gran pacche sulle spalle. Il grillino che lodava il piddino, il moderato che faceva i complimenti al forzista, mentre al grido di “volemose bene” i consiglieri si disperdevano lentamente verso le loro casette per godere del sonno dei giusti. Motivo di tanto orgoglio, il dimezzamento dei contributi ai gruppi consiliari. Di fatto, i politici si sono tagliati “l'obolo” che loro stessi si erano concessi – a spese dei contribuenti, ça va sans dire - nel lontano 2002 sotto il sindaco Giovanni Ossola, nell’epoca in cui la politica le studiava tutte per non indursi nella tentazione di prendere qualche mazzetta e ripiombare in scandali alla Tangentopoli (piccola nota storiografica, Settimo era Socialista fin nel midollo eppure da noi non finì inguaiato quasi nessuno...). Tornando ai contributi, quello stanziato 12 anni fa ammontava a 54mila euro l'anno. Dovevano servire per comprarsi giornali, manifesti, libri, riviste, pubblicità, consulenze, cancelleria, fotocopie, penne pennini pastelli righelli e squadrette. Tutto rigorosamente rendicontato e rigorosamente utile all'attività politica. Con i nuovi tagli, l'obolo che i settimesi versano alla politica si riduce alla “striminzita” cifra di 12.500 euro l'anno complessivi, suddivisi in parti diseguali fra i 5 gruppi consigliari. Il Pd, che conta 13 consiglieri, si pappa la fetta più grossa. Seguono a ruota il M5S (5), Uniti per Settimo e Forza Italia (2 a testa), Moderati (1) e Insieme per Settimo (1). Tutti contenti. Da Volpatto (Pd), che plaude l'iniziativa sottolineando però che “la politica deve poterla fare anche chi non è ricco”, a Levato (Uniti per Settimo) che ringrazia la maggioranza “di essere venuta incontro a noi che non abbiamo budget di partito alle spalle”, a Favilli (M5S), che solitamente critica il Pd pure sul colore dei calzini ma stavolta battezza la delibera come “esempio di trasparenza oltre gli obblighi di legge”. Risultato, la delibera passa all’unanimità. Insomma, proprio bravi tutti. Anche perchè già l'anno scorso i contributi erano stati dimezzati. Dai 54.000 (cinquantaquattromila) euro l'anno, nel 2012 si era passati a 25 mila, in nome “della crisi che tutti attanaglia e per cui anche la politica deve dare l'esempio”. Parole sante. Qualche gruppo consigliare aveva addirittura rinunciato ai fondi, seguendo l’esempio del Psi che in questo è stato pioniere. Insomma, proprio bravissimi tutti. Oddio, tutti... Volendo proprio fare i pignoli si potrebbe sommessamente far notare che se oggi i politici si fanno bastare 12.500 euro forse i 54mila di ieri erano un filino troppi. Qualcuno per caso l'ha detto in consiglio? Nessuno, erano tutti impegnati a farsi i complimenti a vicenda. E volendo spaccare il capello in quattro, si potrebbe anche far notare che nei comuni limitrofi se parli di contributi ai gruppi consiliari strabuzzano gli occhi. A Chivasso non sanno cosa siano. A Ciriè neppure. A Venaria neanche. A Leini? Quando mai. A San Mauro sì, ma lì tutti assieme prendono 4.000 euro l'anno. Principianti.
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