Era stata chiesta dal consigliere Marco Marocco del Movimento 5 Stelle. E finalmente giovedì la Commissione consiliare ambiente ha effettuato una visita alla centrale a olio di palma Biogen nel comprensorio Pi.Chi (ex Lancia). Hanno partecipato: una delegazione dell’Associazione Vivi Chivasso (Ugo Franchi, Orazio Toscano, e altri), l’assessore all’ambiente Massimo Corcione, l’ingegner Francesco Lisa, i tecnici della Provincia, i consiglieri di maggioranza Novello, Barengo, Trono, Giovanni Scinica e Marco Marocco per i Cinque Stelle. Nessuno della minoranza di Pasteris e Doria. Com’è noto, i soci di “Vivi Chivasso”, in buona parte residenti nei pressi della centrale, lamentano malesseri alle persone e alterazioni della vegetazione, e vogliono sapere se tutto ciò è imputabile alle emissioni dell’impianto. Al termine della visita ci hanno esposto le loro valutazioni. Ci ricordano che l’ASLTO4, esaminate le foglie sulle quali sono comparse macchioline scure, ha escluso che si tratti di malattie fungine. Ma allora da quale patologia sono colpite le foglie? I membri del comitato sono in attesa della risposta. L’amministratore delegato di Biogen, Giacomo Occhilupo, ha ammesso che la centrale emette in atmosfera dai 5 ai 6 litri di ammoniaca al giorno, escludendone però la pericolosità per la salute. Il comitato chiede anche se vengono emessi azoto e polveri PM2,5. Apprezza l’intervento dell’assessore Corcione, che chiede l’installazione di centraline per il monitoraggio dell’ammoniaca e per verificare il rispetto delle prescrizioni imposte dalla Provincia fin dalla autorizzazione del 2007. Ma Biogen non intende spendere soldi per centraline i cui dati sarebbero ritenuti “di parte”. I tecnici della Provincia e Corcione si sono impegnati a chiedere all’ARPA di collocare centraline mobili: spostate periodicamente da un posto all’altro del comprensorio controllerebbero se intorno a Biogen l’aria è più inquinata che altrove e da cosa. Irrisolta anche la questione del limite termico, cioè della quantità di calore che Biogen è obbligata dalle prescrizioni a ricavare dalla combustione dell’olio e a cedere alle aziende del comprensorio. Ciò favorirebbe lo spegnimento delle caldaiette col conseguente miglioramento della qualità dell’aria. Per questa opera di “cogenerazione” l’azienda incassa contributi dallo stato. Ma Biogen, per sua ammissione, quel limite termico non lo raggiunge, e quindi – osserva il comitato – percepirebbe soldi pubblici ingiustamente. Sono contributi che vengono scaricati sulle nostre bollette della corrente elettrica. Marco Marocco ha annunciato che dopo l’estate il Movimento 5 Stelle organizzerà dibattiti e iniziative di lotta sui carichi ambientali della zona e sulla normativa che regola le centrali a biomasse, con la partecipazione di consiglieri regionali e di parlamentari.
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