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Benessere

Non c’è tempo da perdere…

Riflessioni su come vivere una vita densa di significato

Non c’è tempo da perdere…

A volte ci sembra che i minuti non passino mai e si avverte il desiderio di essere già oltre, di aver finito di lavorare, di essere a casa sul divano, di aver già fatto quell’esame ecc… Altre volte ci rendiamo conto che siamo stati a c* al telefono per più di un’ora!

Ma facendo così non ci stiamo perdendo qualcosa? Non stiamo “sprecando” il nostro tempo?

Oggi, mi piacerebbe darvi qualche spunto per poter vivere a pieno la vostra quotidianità.

Intanto, la colpa di questa “frenesia”, il fatto di essere continuamente stimolati dall’esterno e di non “stare nel presente” è dovuta, in buona parte, alla nostra società improntata sulla distrazione. Serie tv, social, notizie continue… creano un effetto vortice che non permette di stare ad “ascoltarci”. 

Mentre, da sempre, la noia, intesa come quell’emozione che si prova nel momento in cui non si sta facendo nulla, è stata la compagna dei più grandi geni di tutti i tempi (a Newton la mela è caduta in testa mentre stava sotto un’albero a riflettere!). Secondo alcune teorie, infatti, sarebbe un requisito fondamentale per la creatività. Nei momenti di noia, il nostro cervello ha spazio a sufficienza per perdersi in divagazioni e sogni a occhi aperti che, come Daniel Goleman e altri scienziati hanno dimostrato, hanno un ruolo cardine nei processi cognitivi.

Detto ciò, fermarsi e chiedersi come vorremmo utilizzare il tempo che abbiamo a disposizione, nel modo migliore per noi, evitando di farci assorbire da distrazioni inutili, potrebbe essere un buon inizio. Il punto di partenza è la scelta: siamo noi i registi della nostra vita quindi… perchè non farlo? 

In mezz’oretta di tempo si possono intraprendere davvero tante attività: camminare, meditare, saltare la corda, leggere un libro ecc… ma possiamo decidere anche di non fare nulla, di stare in tranquillità e guardare il tempo scorrere, di prenderci una pausa, insomma: l’importante è che sia una scelta consapevole.

Tornando al primo pensiero, cioè il desiderio che il tempo passi prima del dovuto, una soluzione è quella di mettere attenzione a ciò che succede nel “qui e ora”. Se cominciamo questa pratica (definita della consapevolezza o mindfulness), poco alla volta, ci renderemo conto che qualsiasi attività può diventare significativa. Mi spiego, un conto è lavorare distrattamente un altro è farlo con concentrazione e volontà… ma questo vale per tutte le cose, come cucinare o farsi la doccia o tutto ciò che normalmente svolgiamo conil pilota automatico. Questo è un automatismo mentale che ci permette di svolgere tantissime compiti senza neppure rendercene conto (come guidare, lavarsi i denti ecc), ed è stato fondamentale per la nostra evoluzione in quanto ci consente di “risparmiare energie”. Tanto importante quanto “nocivo” in alcuni casi perché ci estranea dal momento in cui viviamo, per questa ragione, è bene conoscere il nostro pilota automatico ed eventualmente “staccarlo” (per esempio quando siamo a tavola con i nostri figli o stiamo ascoltando qualcuno).

L’obiettivo che potremmo porci è scegliere di fare quello che occorre fare “intenzionalmente”. Un bel modo per migliorare questo approccio alla vita è dirci “voglio fare quel lavoro” anziché “devo fare quel lavoro” oppure “voglio andare in palestra” invece di “devo andare in palestra”. 

Un semplice verbo che cambia tutta la prospettiva! 

Vedere le attività che dobbiamo fare come una nostra scelta e non un’imposizione dovuta da chissà chi ci può liberare metaforicamente dalle “catene” che ci siamo imposti. 

Il vantaggio che abbiamo è che siamo noi a decidere cosa fare e soprattutto come farlo.

 Il mio invito è quello di prestare attenzione alle nostre giornate, alla nostra routine, per capire se siamo soddisfatti ed eventualmente per modificare le cose che non ci piacciono. 

Ho ripetuto spesso la parola attenzione e devo precisare che questa è influenzata, oltre che dalla volontà, anche dal nostro livello di energia, perciò se vogliamo sviluppare la capacità nel “mantenere la presenza” è necessario stare bene ed essere, diciamo, vitali. 

La stanchezza, lo stress e la malattia non aiutano a perseguire questo tipo di approccio alla vita. Se non stiamo bene fisicamente, dovremmo prima lavorare sul corpo e, al contempo, adeguare la mente. La pratica dello yoga insegna bene questo aspetto; concentrandosi sul corpo, eseguendo le posizioni (le asana), impariamo ad ascoltarlo, a capire di che cosa ha bisogno, dove mandare le energie e, progressivamente, riusciremo anche a “calmare” la mente.

Chiaramente quello che ho scritto è solo un’introduzione e vi consiglio di approfondire con il materiale che trovate online ma anche rivolgendovi ad un professionista. 

In ogni caso spero di avervi dato qualche spunto interessante anche questa settimana!

Se avete bisogno di chiarimenti non esitate a contattarmi.

A presto!

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