Cerca

Ad Ivrea per il Jazz non c'è (quasi) posto

Ad Ivrea per il Jazz non c'è (quasi) posto

In foto Massimo Barbiero, organizzatore del Jazz Festival di Ivrea e artista di fama internazionale

Il Jazz Festival è un marchio di fabbrica, nel dna degli eporediesi. Tanto quanto il Carnevale, se solo non si facesse di tutto per dimenticarlo. In testa la Giunta Comunale che a due mesi dal programma autunnale ha chiuso di punto in bianco i rubinetti dell'annuale contributo pubblico. "Nisba" per questa stagione ed anche per la prossima edizione, ha riferito l'Amministrazione all'inizio della settimana, salvo trovare una quadra sabato quando, di fretta e furia (non erano nemmeno le 8 del mattino), a Massimo Barbiero, Presidente dell'Ivrea Jazz Club che circa 30 anni organizza l'evento, è arrivata la telefonata dell'Assessore alla Cultura Laura Salvetti. La quadra è che lo sponsor (Isis Papyrus), coprirà l'Open World Jazz Festival di ottobre. Confermato inoltre l'Open Jazz Festival di marzo, al cui contributo cui penserà il Comune. Una retromarcia pur di mantenere il concerto del 19 ottobre al Giacosa.

"Un accordo fatto di buona volontà" commenta Massimo Barbiero che nei giorni scorsi ha tenuto duro, difendendo senza se e senza ma l'importanza del Festival. Il Presidente dell'Ivrea Jazz Club non si è prostrato alla crudele decisione della Giunta infarcita dalle scuse del "non ci sono soldi" e dai commenti di circostanza che si spendono in questi casi, lasciando sul piatto giusto un contentino, che consistiva proprio nell'utilizzo gratuito del Teatro Giacosa. Lusinghe a cui Barbiero si è sottratto subito, supendo chi credeva che si sarebbe pianto un po' addosso e poi avrebbe trovato il modo di ottenere le risorse e restarsene in quella città matrigna. Nient'affatto! La reazione è stata tutt'altra: Barbiero ha fissato le date del 17 e 18 a Banchette, Comune che mette 6mila euro ed ha sempre sostenuto il Festival. Ed ecco che hanno cominciato a tirarlo per la giacchetta. Si sono fatte avanti anche altri enti e cittadini proponendo alternative inattuabili come La Serra. "Il Comune mi ha chiesto di fare uno sforzo, sì, ma uno sforzo che richiede almeno 15mila euro – aveva sottolineato Barbiero -. Se vuole il concerto non può starsene immobile. Mi basta un gesto, un segnale politico, com'è accaduto finora". Inaccettabile la scusa del "non ci sono soldi" anche perchè, alla faccia dei conti col lanternino dell'Assessore alla Cultura Laura Salvetti sulle somme stanziate dal 2010 in avanti attarverso la Fondazione Guelpa, di cui il Sindaco è Presidente (circa 10mila euro l'anno da quella stessa Guelpa che destina 50mila euro tra liceo musicale e orchestra giovanile), i fondi arrivati dal Comune hanno sempre coperto una minima parte delle spese, ben più onerose. "Si tratta di briciole – spiega Barbiero - per un Festival che costa mediamente 45mila euro". Già a marzo il contributo tra i Comuni di Chiaverano, Banchette e Bollengo copriva il 20 per cento del Festival, all'80 per cento s'è provveduto con sponsor privati.

"La nostra responsabilità non è innescare polemiche ma fare in modo che il Festival continui" aveva esordito Barbiero in primavera sul palco del Bollani alle Officine H in un concerto da 626 spettatori (costato 7mila euro) a cui il Sindaco Carlo Della Pepa non s'era nemmeno presentato lasicando l'onere dell'intervento all'ex Assessore Elisabetta Ballurio, seduta umilmente con la sua famiglia tra il pubblico ad assistere a quello spettacolo per cui aveva comprato il biglietto. Tagliare il contributo del tutto sarebbe stata un'offesa per Barbiero in 33 anni ha portato in città il gotha del jazz (musicisti della statura di Miroslav Vitous, Billy Cobham, Jeff Berlin, Markus Stockhausen, Danny Gottlieb, Horacio Hernandez, Daniel Humair, Scot Henderson, Elton Dean, Ralph Tonwer, David Friedman, J.Thicay, Miroslav Vitous…. e centinaia di altri nomi), in un'edizione che peraltro celebra i 25 anni del suo gruppo Odwalla. Con l'Ivrea Jazz Club Barbiero ha ereditato e sdoppiato il "vecchio" festival di Sergio Ramella, creando l’Open jazz, nove edizioni, che dopo diverse sedi si è stabilito ad Ivrea e Banchette, Chiaverano e Bollengo. Ha organizzato la programmazione del Jazz Club, concerti, rassegne e corsi sul territorio, il concorso Ivrea in Musica, stage e seminari didattici nelle scuole. All’interno della propria scuola ha formato musicisti conosciuti da anni in Italia e all'estero sia in ambito Jazzistico che della musica pop, rock, leggera e classica. Del resto Barbiero è cresciuto nei tempi d'oro della "città dell'uomo" che ormai non esiste più e rispondeva alla filosofia di Olivetti, ascoltando da Art Blakey a Michael Pettruciani, da Chet Baker a MCoy Tyner. "Sono stanco – si era sfogato in questi giorni Barbiero – di essere invitato al Festival di Gerusalemme o ad Ancara o al Torino Jazz Festival e vedere che in Ivrea non c'è posto".

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori