La loro prima battaglia l’hanno combattuta nell’autunno scorso e qualche risultato si vede: i “nodi” vengono “al pettine” proprio in questi giorni. Inizialmente gli attivisti del M5S hanno puntato l’indice su tutto il sistema fognario di Castagneto - già oggetto di numerose interrogazioni della minoranza consiliare di IPC - giudicato fatiscente e malfunzionante. Poi hanno voluto vederci chiaro sui lavori in corso per realizzare la nuova rete fognaria e il nuovo grande depuratore in regione Nosa, verso Casalborgone, e Davide Bono ha presentato in consiglio regionale un’interrogazione sull’iter autorizzativo della piccola fossa Imhoff appena costruita ai Tamagni. Bono ha ricevuto risposte evasive dalla Giunta regionale, e per conseguenza il gruppo castagnetese ha continuato a incalzare con le proprie domande sul blog e sui giornali. Interrogativi condivisi dal sindaco di Casalborgone Francesco Cavallero, che un mese fa ha invocato i controlli dell’Arpa e denunciato la mancanza di una Valutazione d’Incidenza nel progetto del nuovo depuratore. Il direttore dell’Ente Parco del Po Ippolito Ostellino ha manifestato dubbi circa l’idoneità del luogo individuato per il nuovo depuratore: troppo vicino alle case, alla provinciale e all’area protetta del SIC. “L’intero progetto ha una logica incomprensibile – spiega il candidato sindaco Stefano Maule – perché sono state costruite prima le tubature a monte senza collegarle a nulla. E ora si vuole costruire il depuratore a valle: ma il progetto ha gravi lacune e temo che tutto si risolverà in uno sperpero di fondi pubblici, perché il Comune di Castagneto ha sovrainteso con troppa superficialità a tutta la questione. E’ già accaduto qualcosa di analogo una quindicina di anni fa quando l’attuale sindaco Danilo Borca era vicesindaco e fu realizzato il depuratore di Cimenasco: una vasca di cemento che, se sottoposta a una regolare manutenzione dei fanghi, dovrebbe durare mille anni, come un ponte quando è ben progettato e costruito … ma Smat ha già stanziato 900.000 euro per dismetterlo e costruire una condotta che porti i liquami fino alla rete di San Raffaele”. Intanto nel consiglio comunale di lunedì 24 febbraio il Comune ha annunciato altre cento lettere ad altrettanti cittadini per intimare loro la messa a norma degli scarichi, dopo le 100 di un anno fa. “Sono lettere pesanti quelle che arrivano alle famiglie, perché il Comune impone ai cittadini di mettersi a norma a proprie spese, e costruire una fossa Imhoff non costa poco”. Ma non basta: “L’assessore Aldo Castelli ha rivelato che la stessa area su cui nel 2012 venne costruita la fossa Imhoff è stata prescelta dallo studio per il Piano di Gestione del SIC per svilupparvi una piccola zona umida a tutela delle eccezionali caratteristiche di biodiversità del luogo. Temo che quell’area descritta nel 2008 come incontaminata ora sia fortemente inquinata. Questo a casa mia si chiama disastro ambientale”. Sarà per questo che l’impianto costruito nel 2012 attende ancora l’autorizzazione della Provincia per entrare in funzione?
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