La settimana scorsa, in mezzo alle consuete paginate di dileggio ed esecrazione dei non vaccinati, è uscita (in piccolo, e non ovunque) una notizia ferroviar-alberghiera: un 28enne di Milano, vaccinato e quindi dotato di super green pass, sebbene “positivo” e in quarantena è salito su un Frecciarossa ed è andato a Torino, dove abita la fidanzata: non resisteva più, voleva incontrarla. Per i controllori del treno, che verificano con l’apposita app, il super green pass era valido: quindi il giovane ha viaggiato tranquillamente insieme ad altre persone. Giunto a Torino, anziché andare subito a casa della ragazza ha alloggiato per una notte in un albergo, e qui - siccome le registrazioni in hotel vengono confrontate con la banca dati dei “positivi” - è stato rintracciato, prelevato dalla Polizia e trasferito in una struttura protetta. L’episodio, uno dei tanti, ha dimostrato che se un individuo è dotato di super green pass - rilasciato dopo la seconda dose di vaccino, e valido nove mesi -, anche se è portatore del virus può andare ovunque. Ora il Governo sta cercando di correre ai ripari per «correggere l’app di rilevazione» (in modo che, se il soggetto vaccinato è risultato “positivo” al tampone, il super green pass venga sospeso fino al prossimo tampone “negativo”), ma i casi di “positivi” conclamati che avendo il super green pass vanno sui treni, a teatro, al cinema, in palestra, al ristorante ecc. costituiscono soltanto la punta dell’iceberg. Il problema, enorme ma di cui non si parla, è che nessuno controlla coloro che avendo il super green pass sono “positivi” ma non vanno a fare il tampone: o per negligenza, o perché non hanno sintomi evidenti. Per costoro non c’è app che tenga: alla banca dati non risultano, sono comunque contagiosi, e contagiano altre persone - frequentando «ambienti sicuri, dove si è solo tra vaccinati» - con l’autorizzazione del Governo. Che ormai il principale veicolo di contagio sia costituito dai vaccinati “positivi”, il Governo lo sa benissimo ma - oltre a non dirlo - finge colpevolmente di non saperlo, preferendo invece continuare ad inventarsi sempre nuove limitazioni per i non vaccinati (anche se risultati più volte “negativi”). Nel mese di novembre (dati Istituto Superiore di Sanità) in Italia sono stati diagnosticati circa 210 mila casi di Covid-19; di questi, 135 mila (quindi quasi due su tre) erano vaccinati. Attenzione, però: questi 135 mila sono stati rilevati perché, avendo sintomi della malattia, sono andati a farsi “tamponare”: e fino a un momento prima, possedendo il green pass, potevano entrare - e contagiare - ovunque. Ma oltre a questi, tra i vaccinati ce ne sono almeno altrettanti (anzi: probabilmente molti di più) che sono altrettanto “positivi”; essendo però asintomatici o paucisintomatici non vanno a fare il tampone, e quindi diffondono il virus anche nei presunti «ambienti sicuri». Ecco spiegata la continua crescita della curva dei contagi, che non rallenta nemmeno con l’88% di “immunizzati” e con il continuo progredire della campagna vaccinale. E’ quindi sempre più incomprensibile, dal punto di vista sanitario ed epidemiologico, l’accanimento totale ed esclusivo sui non vaccinati: che col passare delle settimane sono sempre meno (ridotti a poco più dell’11% della popolazione over 12, e di questo passo entro fine anno saranno meno del 10%) e che oltretutto sono controllati a cadenza serratissima, perché per poter andare a lavorare devono fare un tampone ogni 48 ore (e quindi, se “positivi”, individuati e isolati subito). Il dato di fatto è ormai inequivocabile: a propagare il virus sono principalmente i vaccinati con super green pass ma inconsapevolmente “positivi”; ciononostante le autorità sanitarie e l’informazione mainstream continuano a concentrare le limitazioni (e l’odio, perché ormai di questo si tratta) sui non vaccinati. Tutti a guardare un piccolo foro nel tubo quando invece la casa si sta allagando perché s’è lasciato il rubinetto aperto.p.s.: Ovviamente poi arriva quello che dice, avendolo orecchiato in tv: «sì, però gli ospedali sono pieni di non vaccinati, tolgono posto agli altri malati». Ebbene: sempre l’Iss certifica che, a novembre, gli ospedalizzati con Covid non vaccinati sono stati circa 3700, quelli vaccinati più di 4000. E questi ultimi sono incavolatissimi, perché era stato detto loro che «il vaccino evita l’ospedalizzazione»: ma nessuno va ad intervistarli. Bisogna linciare i non vaccinati: maledetti, se non riusciamo ad uscire dalla pandemia è tutta colpa loro.
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