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L'ASSEDIO DEL 1704

L'ASSEDIO DEL 1704

ivrea, cartina 1704

E certo, mica che gli assedi siano una esclusiva delle grandi città! Tutti fissati con l'assedio di Torino del 1706, e il nostro? Ah, magari vi concentrate su quello per via della vittoria (o cacchio, scritto così via della vittoria sembra di parlare del Monopoli...)? Comodo così! E poi Pietro Micca di qua, Pietro Micca di là...perché, credete che noi eporediesi non abbiamo un eroe di taglia equivalente? Ebbene vi sbagliate, noi abbiamo il mitico e mai dimenticato Gigno Vinia che bloccò un attacco sotterraneo all'interno delle mura facendo esplodere un enorme pentolone stracolmo di fagioli grassi, che per mancanza di tempo per la fuga gli causò un inzaccheramento della divisa a base di sugna di maiali cinta senese che gli costò dieci zecchini d'oro in tintoria. Allora, partiamo dai comandanti delle forze in campo: da parte francese il Maresciallo Vendôme (Luigi Giuseppe di Borbone), a cui non si deve il nome della notissima omonima piazza parigina, e dal cognome adatto ad una griffe di profumi. Da parte piemontese invece la città è governata dal Barone Carlo Filippo Perrone di San Martino, un nome che è tutto un programma, presumibilmente di Canale 5; un antenato di quell'Ettore Perrone di cui parlammo tempo addietro per via di un monumento sul Lungo Dora e della Battaglia di Novara. Invece il comandante della guarnigione è il Barone Kriechbaum, tedesco (e ti pareva se non c'erano di mezzo loro...). L'operazione di chiusura totale di Ivrea nella morsa fu piuttosto macchinosa, soprattutto per quanto riguarda la traversata della Dora. Ciononostante col passare dei giorni venne man mano realizzata, e senza possibilità di rifornimenti la città non poteva reggere a lungo. Presto gli assediati vennere sottoposti ad un bombardamento di 1400 cannonate giornaliere (una cannonata di cannonate!). A poco valse il conforto reso da tale Anna Malo, la quale spiegò che quel numero di colpi non aveva nulla di straordinario, erano equivalenti a quelli in tempo di pace, e forse non esistevano nemmeno. Poi la volta che le crollò un muro a pochi passi da lei, qualche dubbio glielo procurò. E' noto agli eporediesi che una di quelle palle di cannone colpì la Chiesa di San Nicola, senza esplodere, e lì viene conservata. Grazie all'impegno di Georgia Popolo, appassionata frequentatrice del luogo di culto, da allora in poi nei presepi della città mai mancò la presenza di una palla di cannone come elemento decorativo di spicco. Completatosi l'accerchiamento, la guarnigione difensiva si ritirò tra Castiglia e Cittadella, dove resistette ancora fino alla fine di settembre. Per celebrare la caduta della città il Re Sole fece coniare una medaglia con una bella fanciulla che gli baciava la mano; la ragazza era Miss Eporedia, selezionata a suo tempo dal Gigno Vinia di cui sopra. Ora vi saluto che devo difendermi dall'assedio delle donne che mi desiderano. PS: l'Assessore Balzola non ci crede, che io sia assediato.
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