Non si fa in tempo a pubblicare una notizia sul Coronavirus che subito due o tre imbecilli si divertono a negare l'oggettività dei numeri, del problema e del contagio, peraltro offendendo la categoria dei giornalisti e accampando una lunga serie di elucubrazioni, testimonianze e "deja vu". Se si ritiene che i giornalisti non siano affidabili perché andare a cercare quello che scrivono e poi mobbizzarli? Boh...! Quel che non si capisce è poi come si dovrebbe scrivere la cronaca di un evento pandemico oggettivamente eccezionale. Ecco, di questo, i "negazionisti", proprio non parlano immaginando uno strano complotto "demo-pluto-giudaico-massonico...!". Purtroppo per loro la verità è quella che stiamo scrivendo: se ne facciano una ragione. E la verità è che in Italia, in Piemonte e pure nell'Asl To4 mancano i posti letto in terapia intensiva e semi intensiva, quindi, da qui al prossimo mese di gennaio, si occuperanno se non tutti, quasi tutti i reparti destinati ad altro, ma non basteranno. Questo cosa significa? Mica che moriremo tutti, ci mancherebbe. Significa però che non si riusciranno a garantire le cure a molti anziani e soggetti deboli. Ecco: questo è il problema. Questo è il motivo per cui si fanno i tamponi. Questo è il motivo per il quale il Governo nazionale e regionale dispongono coprifuoco e lockdown... Quindi quest’inverno conteremo i morti? La risposta è Sì! Non ci va una Cassandra per capirlo. Basti per tutti un semplice ragionamento. Ogni anno in Piemonte si eseguono circa 700 mila vaccinazioni anti-influenzali per difendere le persone più a rischio (anziani, malati oncologici ecc…). Se ne dovrebbero fare più di un milione e duecento mila, ma 700 mila è già una bella cifra. Nonostante la prevenzione i pronto soccorso di tutti gli ospedali, da svariati anni a questa parte, entrano lo stesso in crisi da dicembre fino agli inizi di febbraio. Bene, anzi male…. Quest’anno, infatti, avranno bisogno di aiuto più di un milione di persone a rischio Covid, di cui 700 mila vaccinati per una semplice influenza… Altro problema? Se è vero che, in assenza di posti letto per le terapie intensive (circa 6.629 in tutta Italia e ce n’erano più di 13 mila appena 30 anni fa), si stanno già cominciando ad occupare le sale operatorie (dotate dei macchinari che forniscono ossigeno) conciò escludendo fin da subito che ci si possa dedicare, come etica vorrebbe, di tutte le altre patologie, cosa succederà a chi viene colto per esempio da infarto? Boh? Forse si dirà che è morto di Covid? Ci sa tanto di sì! La ciliegina è arrivata oggi. L’Unità di crisi della Regione Piemonte ha dato disposizione di convertire 16 presidi ospedalieri del territorio in Covid Hospital: a Torino l’Ospedale Martini (con chiusura del DEA) e parzialmente il CTO (conversione della Medicina del lavoro, parte della Rianimazione e dell’Ortopedia) mentre in provincia di Torino il San Luigi di Orbassano (con una conversione del 50% dei posti letto e Dea aperto) e gli ospedali di Venaria, Giaveno, Cuorgnè, Lanzo e Carmagnola.
MANIFESTANTI NEGAZIONISTI A ROMA (foto d'archivio)
Sui drive In Consentiteci un’ultima elucubrazione sui “drive-in” e sui chilometri di coda immotivati che tutte le mattine si formano a Chivasso, Settimo, Castellamonte e Lanzo. Lo vogliamo dire chiaramente che il tampone eseguito dopo il primo starnuto o il primo giorno di febbre serve solo ad aumentare il panico tra la gente?Il protocollo non dice questo. Dice che se si ha la febbre, o si ravvisano alcuni dei sintomi da Covid, semplicemente si sta a casa in autotutela. Se poi si pensa di essere guariti nei primi 10 giorni, si telefona al medico di famiglia che deciderà se è il caso di fare un tampone a cui ne seguirà un secondo solo se il primo ha dato esito positivo. Altra soluzione: mettersi in quarantena per 14 giorni e chiuderla lì, anche senza tampone. Tutto questo, salvo che non si stia male per davvero, nel qual caso meglio recarsi in ospedale e chiedere aiuto al Signore. Un consiglio? L'acquisto di un "saturimetro", costo di circa 30 euro, misura l'ossigenazione nei polmoni. Serve ad escludere di aver contratto il virus.
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