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SAN GRATO

Oggi non sapevo cosa scrivere, poi San Grato mi ha dato l'illuminazione. Quindi sono grato a san Grato, e scusate il bisticcio di avere scritto San una volta sola. Partiamo dal fatto che a Ivrea la Chiesa di San Grato non è nel quartiere di San Grato. E' nel Borghetto, e c'è una chiesetta intestata a lui anche sulla collina sovrastante Pavone. Ma lì andiamo fuori zona. San Grato è stato il secondo vescovo di Aosta, battuto sul tempo da Eustasio, che come avrete notato oltre ad essere arrivato prima, aveva anche un nome assai più bello. Non se ne conosce la data di nascita, in compenso si sa che morì il 7 settembre, in un anno qualsiasi. Ma qualcuno pensa che fosse il 470. Insomma, si sarebbe perso per un pelo Romolo Augustolo. La sua impresa più leggendaria pare sia stata ritrovare la testa di Giovanni Battista (non Di Battista). Anche se ormai risultava troppo tardi per restituirgliela. Che poi,anche avesse tentato di riattaccargliela, era alto il rischio che ne venisse fuori Giovanni Quasisenzatesta. Era noto e venerato per le sue capacità taumaturgiche. Era ottimo come protettore dalle grandinate, si suppone infatti che avesse inventato le reti antigrandine assicurate contro la grandine. Come reti non erano nemmeno tanto piccole, erano grandine. La sua pietra tombale guariva dalla lebbra, anche se Zangrillo ha sempre ritenuto che la lebbra fosse una psoriasi soltanto un po' più raccapriccante. La cassa in cui sono contenute le reliquie è molto bella, e naturalmente coperta da una grata. Peccato che non sia stato martirizzato sulla graticola. Artisticamente viene quasi sempre rappresentato con la suddetta testa del Battista in mano, intento a grattarle il mento per farle fare le fusa. Una leggenda interessante sul suo conto riguarda la volta che una certa Elisabetta Donlurio, donna a lui molto devota, si recò nella Cattedrale di Aosta per lamentarsi di una propria disavventura, quando dei truffatori con cui era in combutta l'avevano truffata. Un altro personaggio assai legato al Santo fu Gigno Vinia, che aveva l'ossessione di vedere mani sporche di sangue ovunque, ad eccezione di dove c'erano davvero. Che poi la cosa curiosa era che aveva le lenti a contatto verdi! Insomma, in tanti hanno amato San Grato, fa solo eccezione una certa Anna Malo, che non comprendeva che cosa servisse difendere dalla grandine, visto che la grandine non esiste. Ah, l'ho già detto che San Grato è il Patrono di Aosta? Fatemi sapere, che non ho voglia di rileggere. Ora vi saluto che vado a fare le cozze al San Gratin.
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