AGGIORNAMENTI
Cerca
23 Novembre 2018 - 11:34
Aldo Volpatto con la moglie Olimpia e tutti i nipoti: da destra, Davide, Benedetta, Riccardo, Francesco, Daniela e Celeste
Nonno Aldo, mio padre, è volato in cielo. Se ne va un uomo giusto, che ha creduto nella vita, nella famiglia, nel lavoro faticoso e onesto, nell’amicizia. Raccontare la storia di mio papà, scomparso lunedì 12 novembre, all’età di 83 anni, sarebbe un po’ lungo. Mi limito a sottoscrivere le parole di don Paolo Mignani, che insieme al Salesiano don Riccardo Frigerio ne ha celebrato la messa funebre, nella mattinata di mercoledì mattina 14 novembre, nella parrocchia di San Vincenzo di via Milano: “È stato un uomo semplice, buono, umile.”
E giusto, aggiungo io, severo alla bisogna (e quando eravamo bambini o ragazzi ce n’era spesso bisogno), disponibile quando lo si poteva essere. Dove c’eravamo noi, c’era lui, insieme a mamma Olimpia, sempre vicina nella salute e nella malattia, come si erano promessi 56 anni fa, e forse anche prima, e poi per l’eternità. I valori veri passavano di lì, ai bordi di un campetto di calcio, alla presentazione di un libro, a uno spettacolo, al campo scuola della parrocchia o degli scout, alla discussione della tesi. Magari non te lo dicevano, ma arrivavano, si mettevano laggiù al fondo e guardavano i loro figli con l’orgoglio di un papà e di una mamma che al primo posto, l’unico in realtà, avevano messo la famiglia, cioè noi. Il resto, la carriera, la televisione, i passatempi, per loro non esistevano semplicemente perché c’eravamo noi.
Come ogni nonno, esigente coi figli ma tenero coi nipotini. Ne ha avuti sei, oltre a qualcun altro in prestito temporaneo e, con tutti, lo stesso atteggiamento dolce, protettivo, alle volte complice. In presenza di nonno Aldo era vietato rimproverare i bambini: ti arrivava prontamente addosso il suo “Las’lu stè!”, lascialo stare, qualsiasi cosa i piccoli avessero combinato, una specie di bastonata morale che partiva dalla sua carrozzella e non ti permetteva di riprenderli neanche quando ce n’era palesemente motivo.
Era innamorato dei suoi nipoti e della vita che avrebbe voluto più lunga, nonostante le difficoltà di questi ultimi tempi, perché loro si potessero ricordare del bravo nonno che è stato. A noi figli diceva dei sì, ma anche alcuni no, richiami e raccomandazioni ancora adesso, a cinquant’anni.
Al contrario, ai suoi bambini di questi anni qua, dava sempre ragione.
E alura “Las’lu stè!”
Con saggezza. E semplicità.
Aveva ragione lui. Come sempre.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.